
I brand hanno annunciato di non voler più pagare gli annunci pubblicitari sulla piattaforma. E Zuckerberg perde così 7,2 miliardi di dollari
North Face, Patagonia, REI ed ora anche Coca Cola. I grandi colossi hanno annunciato di non voler più pagare gli annunci pubblicitari su Facebook. I brand hanno aderito alla campagna Stop Hate for Profit, lanciata qualche giorno fa da alcuni gruppi per diritti civili. Il movimento accusa il gigante del web di non essere abbastanza duro nella lotta ai contenuti razzisti. Il numero uno del social Mark Zuckerberg si ritrova con 7,2 miliardi di dollari in meno per ricchezza personale, scivolando così al quarto posto nella classifica dei Paperoni, superato dal re del lusso Bernard Arnault, boss di Louis Vuitton, che raggiunge sul podio con Jeff Bezos e Bill Gates.
Gli episodi che hanno portato alla creazione di Stop Hate for Profit sono state le proteste scatenate dalla morte di George Floyd a Minneapolis, in Minnesota. In questa occasione, Facebook avrebbe permesso la diffusione di contenuti che incitano alla violenza contro i manifestanti in lotta per la giustizia razziale in tutta l’America.
E questo avrebbe scatenato l’ira dei “potenti”. Il responsabile del marketing di Patagonia, Cory Bayers, ha spiegato che il boicotaggio sarà immediatamente attivo e, per ora, durerà fino alla fine di luglio. “Per troppo tempo, Facebook non è riuscito a prendere provvedimenti sufficienti per fermare la diffusione di fake news e di propaganda dannosa sulla sua piattaforma“, ha continuato Bayers. Anche North Face ha annunciato che la sospensione continuerà fino a quando Facebook non presenterà “politiche più rigorose” per limitare la diffusione di “materiale che incita all’odio“.
Zuckerberg dal canto suo ha fatto sapere che i post che violano le regole verranno etichettati come “contenuti di odio” ma non cancellati, soprattutto se ritenuti rilevanti per il pubblico dibattito e per la stampa.
di: Maria Lucia PANUCCI
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