Ok a 130 opere strategiche
La nostra sarà un’Italia veloce. Lo promette Conte nella conferenza stampa appena concluso di presentazione del nuovo decreto Semplificazioni, approvato in Consiglio dei ministri dopo una riunione fiume durata più di quattro ore. “Nella settimana di confronto a Villa Pamphili con le parti sociali è stato corale l’appello a ridurre la burocrazia e far correre il Paese. Noi siamo sempre convinti di questa priorità e l’abbiamo realizzata con un decreto che semplifica, velocizza, digitalizza, sblocca una volta per tutte i cantieri e gli appalti“, ha spiegato Conte in apertura. In totale sono state approvate 130 interventi per le opere pubbliche. “Offriamo una strada a scorrimento veloce, un rapporto leggero a portata di click fra le persone e lo Stato – ha aggiunto. – Alziamo il limite di velocità, l’Italia deve correre ma alziamo anche gli autovelox: non vogliamo offrire spazio a appetiti criminali che alterano la concorrenza e fanno guadagni indebiti. Ieri in Consiglio dei ministri abbiamo approvato l’elenco di 130 opere strategiche Italia veloce individuate specificamente dal Mit, a queste aggiungiamo quelle per Cortina e quelle di competenza di altri ministeri, sanità, carceri, polizia. Tra le opere strategiche ci sono la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania-Messina, la Pescara-Roma, la Pescara-Bari, la Venezia-Trieste, la Gronda, la Ionica, l’ampliamento della Salaria, la Pontina“.
Ci saranno appalti più semplici e veloci. Ed i commissari dovranno intervenire solo nei casi complessi. “Diamo poteri regolatori a tutte le stazioni appaltanti: non serve necessariamente un commissario per procedere velocemente ma prevediamo che in casi complessi sia possibile nominare commissari sulla scia di Expo e del Ponte Genova“, ha proseguito Conte, spiegando come l’intenzione del Governo è quella di “mettere ordine“. Poi niente gara sotto i 150 mila euro, la soglia per l’affidamento diretto passa da 40 mila a 150: da oggi le Pubbliche amministrazioni saranno in grado di far partire le opere. Fino a 5 milioni non ci sarà il bando e la gara sarà negoziata. E ancora sopra i 5 milioni la regola resta la gara ma con un’abbreviazione dei termini salvo ci sia causale Covid e in questo caso si procede con la procedura negoziata e gli inviti.
Per il premier è fondamentale fermare la paura. “Basta paura: conviene sbloccare. Arriva una piccola rivoluzione per i funzionari pubblici. Con la nuova normativa ci saranno più rischi per il funzionario che tiene ferme le opere, non per quello che li sblocca: siamo arrivati a una situazione perversa per cui fa carriera chi non firma e chi si assume responsabilità rischia di esporsi a un soverchio danno. Dobbiamo fermare la paura della firma”, ha ribadito il presidente del Consiglio.
L’edilizia sarà più semplice: le procedure per demolire e ricostruire saranno più veloci, anche per quanto riguarda le aree terremotate.
Paletti più forti per la legalità. “Vogliamo ancora più trasparenza. Il controllo per la certificazione antimafia sarà più celere per prevenire in modo ancora più rigoroso le infiltrazioni mafiose“, ha aggiunto Conte.
Il Paese sarà a portata di click. “Si faranno tante cose tramite app con il cellulare e la carta digitale. Avremo meno scartofie e le amministrazioni pubbliche avranno tutto a portata digitale. Per questo Internet sarà più veloce per tutti, per rendere più veloci ed efficienti tutti i servizi“.
L’ottica perseguita dal dl semplificazione è quella di una “Pubblica Amministrazione alleata di questa ripresa, non solo percepita come più semplice“, ha dichiarato la ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, in conferenza stampa. “C’è il dovere di misurazione e pubblicazione dei tempi di erogazione delle pratiche della Pubblica Amministrazione per capire quanto gli uffici impiegano a fornire una carta d’identità o la cig o la pensione d’invalidità. I tempi di erogazione delle pratiche saranno pubblicati sui siti delle amministrazioni e parametrati a quelli previsti dalla legge“.
Per quanto riguarda invece la modifica del reato di abuso d’ufficio, l’intesa è arrivata nonostante Italia viva abbia messo a verbale la sua riserva. Oggi incorre nell’abuso d’ufficio chi si procuri un vantaggio violando “norme di legge o di regolamento“. Con la nuova modifica sarà punibile chi viola “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali residuino margini di discrezionalità“.
Il danno erariale, altro tassello importante della riforma, scatterà solo se c’è dolo: in altre parole, a un funzionario pubblico non potrà essere contestato un danno erariale se non è provato che l’azione che ha provocato quel danno è stata fatta con intenzione. “Su abuso d’ufficio e responsabilità erariale abbiamo registrato larghissima convergenza e condivisione agli Stati generali – ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio. – Interveniamo circoscrivendo il reato di abuso d’ufficio, non lo aboliamo affatto, pretendiamo che ci siano violazione a specifiche regole di condotta perché scatti la fattispecie criminosa, non più di norme o principi generali. Fino al 31 luglio 2021 la responsabilità per danno erariale sarà limitata a solo dolo. Resterà la responsabilità per colpa, per omissioni e quindi inerzie, ritardi. E’ un incentivo a operare. Colpiamo chi non fa“.
L’ok al decreto Semplificazioni è stato dato però “salvo intese”, la formula adottata quando manca un testo definitivo degli articolati, che potranno essere così riveduti e corretti prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale. I grandi nodi alla fine sono stati sciolti: il “salvo intese” riguarda pochi aspetti “tecnici, non politici“.
Il testo, uscito da Palazzo Chigi, si compone di 48 articoli in 100 pagine. Un trionfo per Conte che ha ottenuto il via libera a quella che considera “la madre di tutte le riforme” e che nei prossimi giorni illustrerà ai partner europei nei contatti in vista del Consiglio Ue sul Recovery fund. Ma la partita non è ancora chiusa e promette già di riaprirsi in Parlamento.
Insieme al dl Semplificazioni è stato approvato ieri in Cdm anche il Programma nazionale di riforma (leggi qui), insieme all’assestamento di bilancio e al rendiconto dello Stato.
di: Maria Lucia PANUCCI
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