La disoccupazione nei Paesi Ocse toccherà livelli record: raggiungerà il 9,4% entro la fine del 2020 ed inizierà a diminuire solo nel 2021. A lanciare l’allarme è l’organizzazione internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica, nelle Prospettive sull’Occupazione 2020. “I Paesi Ocse hanno adottato misure senza precedenti per far fronte all’impatto sull’occupazione dell’emergenza Coronavirus – si legge nel rapporto. – Tuttavia ora, con la ripresa delle attività economiche, serve un cambio di rotta rispetto al pacchetto di misure preso al picco della crisi e basato sul congelamento dei licenziamenti e sulla cassa integrazione. Occorre dunque, trovare il giusto equilibrio tra un rinnovato sostegno a chi è in difficoltà, l’accompagnamento delle inevitabili ristrutturazioni dove necessario e la creazione di nuovi posti di lavoro“.
Neanche a dirlo, l’Italia è uno dei Paesi più colpiti: entro quest’anno la disoccupazione arriverà al 12,4%, spazzando via quattro anni di lenti miglioramenti”. “Mentre l’economia italiana inizia a riaprirsi” dopo il lockdown, “si prevede che la disoccupazione scenderà gradualmente all’11% entro la fine del 2021, ma resterà ancora ben al di sopra del livello pre-crisi“, spiega l’Ocse.
Secondo l’Organizzazione le misure per far ripartire l’Italia sono diverse: incentivi all’assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili, per promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro; riadattamento della cassa integrazione per dare a imprese e lavoratori i giusti incentivi a riprendere l’attività o a cercare un altro posto di lavoro; riconsiderazione del funzionamento del reddito di cittadinanza e del reddito di emergenza per garantire che le famiglie più bisognose siano davvero sostenute.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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