
La holding della famiglia veneta ed il Governo studiano un piano che prevede uno scorporo del 70% della società infrastrutturale, poi un aumento di capitale per far entrare la Cassa ed altri investitori
Oltre al matrimonio con Tim per la creazione di una società unica della rete a banda ultralarga (leggi qui), Cassa depositi e prestiti è impegnata in un’altra partita importante, l’ormai annosa vicenda della concessione autostradale in mano ad Atlantia, la holding della famiglia Benetton. Ora la svolta potrebbe essere imminente con la possibile via d’uscita sulla base di una valutazione della società infrastrutturale di 11 miliardi.
Ma andiamo con ordine. A metà luglio il Governo aveva deposto l’ascia di guerra, sospendendo la revoca della concessione a fronte di impegni precisi che, oltre a investimenti, risarcimenti per il Ponte Morandi e nuovo sistema tariffario meno premiante per la società, prevedevano la discesa nel capitale dei Benetton con la contestuale salita di Cdp, grazie a un aumento di capitale dedicato. Nel cuore dell’estate poi Atlantia ha lavorato a varie alternative quali la vendita diretta della sua quota in Aspi (l’88%) direttamente sul mercato, con l’invito implicito a Cdp a partecipare a un’asta competitiva.
Questo ha indispettito non poco la Cassa ma, come ha spiegato lo stesso ad Fabrizio Palermo, il lavoro comunque procede (guarda qui). Ed in effetti pare che una quadra sia stata trovata. Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, la famiglia Benetton starebbe lavorando con il Governo per una soluzione in due tappe: lo scorporo del 70% di Aspi da Atlantia e la creazione di una nuova società quotata che potrebbe lanciare un aumento di capitale da 6 miliardi per far entrare Cdp e altri investitori. Coi soldi raccolti, la newco potrebbe abbattere il debito e ricomprarsi il 18% Aspi che sarebbe rimasto in mano ad Atlantia.
Di questa roadmap dovrebbero parlare il numero uno di Cdp, Fabrizio Palermo, e il numero uno di Atlantia, Carlo Bertazzo, in un incontro in vista del cda di Atlantia, convocato per domani. Sempre domani, il ministro Gualtieri riferirà in Parlamento sul dossier.
di: Maria Lucia PANUCCI
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