
A frenare è il settore dei servizi
Perde slancio l’economia dell’Eurozona a causa del settore dei servizi che mostra una leggera decelerazione rispetto ai tassi di crescita più brillanti di inizio estate. Lo confermano gli ultimi dati del PMI dei servizi pubblicati da Markit, che sottolinea come ad agosto l’indice sia sceso a 50,5 punti dai 54,7 punti di luglio. Il PMI composito, che incorpora anche il miglioramento del manifatturiero, si attesta così a 51,9 punti dai 54,9 precedenti e rispetto ai 51,6 del consensus. Entrambi gli indicatori restano sopra la soglia critica dei 50 punti, che denota comunque una espansione dell’attività.
Entrando nello specifico della situazione dei singoli Paesi l’Italia vede il PMI dei servizi calare a 47,1 punti dai 51,6 precedenti, sotto le attese (49,2 punti), e quello composito scendere a 49,5 da 52,5 (attese 52,5). La Francia registra un decremento del PMI servizi a 51,5 da 57,3, sotto il consensus (51,9), e del composito a 51,6 da 57,3 (atteso 51,7). La Germania vede calare il PMI servizi a 52,5 da 55,6, ma fa meglio del consensus (50,8), ed il composito a 54,4 da 55,3 (atteso 53,7). Infine, la Spagna segnala un PMI servizi in peggioramento a 47,7 da 51,9 punti contro una previsione di 48. «Le aziende del settore terziario dell’eurozona hanno mostrato una forte frenata della crescita dell’attività economica, confermando i timori che questa ripresa successiva alle drastiche chiusure di contenimento stia iniziando a vacillare a causa delle procedure di distanziamento sociale ancora in atto per la pandemia da Covid-19», spiega Chris Williamson, capo economista di IHS Markit.
di: Maria Lucia PANUCCI
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