“Bisogna rimuovere gli ostacoli che frenano innovazione e sviluppo”
Il Pil dell’Italia, a causa dell’emergenza Covid, è tornato a livelli del 1993. In termini pro capite, è sceso ai valori registrati alla fine degli anni ’80. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che, intervenendo all’ESOF2020 (EuroScience Open Forum) di Trieste, ha sottolineato come un tale calo sia dovuto certo al crollo del pil nel secondo trimestre (-13%) ma anche al fatto che “sin dagli anni ’90 l’Italia ha avuto una crescita estremamente debole. Nessun altro Paese ha registrato un tale enorme salto indietro perché altrove la crescita in passato è stata più robusta“.
Ecco allora che per Visco bisogna attuare riforme urgenti per rilanciare l’economia italiana dopo l’emergenza Covid. «La risposta globale di Governi, banche centrali e autorità di vigilanza nella maggior parte dei paesi è stata immediata e straordinaria – riconosce nel suo intervento. – Ma ora è essenziale che si attuino riforme volte a creare un ambiente più favorevole alle imprese, aumentando la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, riducendo gli oneri amministrativi e burocratici, abbassando il peso dell’evasione fiscale, della corruzione e di altre attività criminali».
Ma queste riforme saranno “insufficienti” per un Paese avanzato come l’Italia se non si punterà anche sulla ricerca e sviluppo e l’istruzione. «L’Italia è tra i Paesi con il ranking più basso dell’OCSE per spesa in ricerca e sviluppo e questa è accompagnata da investimenti insufficienti nell’istruzione – ha sottolineato. – Inoltre i dati mostrano che gli italiani non frequentano la scuola abbastanza a lungo». Per il governatore una debole capacità di innovazione, un basso livello di capitale umano e un peso predominante delle piccole imprese hanno caratterizzato l’Italia anche quando la sua crescita economica era rapida. Considerando che una maggiore produttività è l’elemento chiave per lo sviluppo economico, Visco rimarca che “per un percorso di crescita sostenibile, alle misure necessarie per affrontare i problemi urgenti creati dall’attuale crisi pandemica devono essere affiancati interventi volti ad affrontare gli ostacoli che frenano l’innovazione“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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