Il 2023 si è chiuso per l’Italia con un deficit pari al 7,4% del Pil, in diminuzione di circa 13,8 miliardi rispetto al 2022. Lo rileva l’Istat che pubblica i principali dati della notifica sull’indebitamento netto e sul debito delle amministrazioni pubbliche (AP), riferiti al periodo 2020-2023.
Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato negativo e pari al -3,6% del Pil, con un miglioramento di 0,7 punti percentuali rispetto al 2022. La spesa per interessi che, secondo le attuali regole di contabilizzazione, non comprende l’impatto delle operazioni di swap, è stata pari al 3,8% del Pil, mostrando una decrescita di -0,5 punti percentuali rispetto al 2022.
Nel 2023 il deficit risulta il più alto in Europa dove è diminuito dal 3,7% nel 2022 al 3,6% nel 2023, mentre nell’Ue è aumentato dal 3,4% al 3,5%. Lo scorso anno tutti gli Stati membri, ad eccezione di Cipro e Danimarca (entrambi +3,1%), Irlanda (+1,7%) e Portogallo (+1,2%), hanno registrato un deficit. I deficit più elevati sono stati registrati in Italia (-7,4%), Ungheria (-6,7%) e Romania (-6,6%). Undici Stati membri hanno registrato un deficit superiore al 3% del Pil.