Adesso spinge sul Recovery Plan: “Solo riforme strutturali”
«Se ci sarà bisogno del Mes lo valuteremo assieme e proporrò una soluzione al Parlamento. Esamineremo nel dibattito parlamentare, in massima trasparenza i regolamenti legati a questo strumento». A parlare è stato il premier Giuseppe Conte arrivato direttamente dalla sua sua missione in Libano alla festa nazionale dell’Unità a Ponte Alto a Modena.
Intervistato dalla giornalista Maria Latella, si è trovato ad affrontare tutte le questioni più spinose per il Governo: da Alitalia ad autostrade, dal Mes al Recovery Fund, alle alleanze per le regionali, fino alla riapertura della scuole con il Coronavirus non ancora sconfitto.
Sull’ormai famoso quanto dibattuto Fondo Salva Stati, mentre continua lo scontro tra Di Maio che si dice assolutamente contrario al suo utilizzo e Zingaretti che invece ne è un fautore (guarda qui), come al solito il nostro Conte fa da mediatore e da buon avvocato intraprende la strada della diplomazia, senza ancora assumere una posizione netta, ma spostando l’attenzione al Recovery Plan, il vero pallino del Governo attualmente. Proprio oggi si discute a Palazzo Chigi della prima bozza delle linee guida del piano che dovrebbe portare l’Italia ad ottenere dall’Europa i 209 miliardi che gli servono per ripartire, anche se di fatto arriveranno tra un anno, se tutto va bene (leggi qui). «Il Recovery plan italiano non è in ritardo ma rispetta la tabella di marcia dell’Ue e soprattutto sarà forte e robusto con l’obiettivo di avviare riforme strutturali – ha spiegato. – Dunque, niente spese correnti., niente rivoli. Dietro ci deve essere un progetto per il Paese anche sul fronte delle infrastrutture, del lavoro e dell’eliminazione delle diseguaglianze Stiamo lavorando per presentare un piano completo entro il 15 ottobre di quest’anno, linee guida e obiettivi strategici. Una versione
definitiva ci sarà già dai primi mesi del 2021. Vogliamo che sia un piano nazionale robusto e vigoroso».
Un altro tema caldo per il Governo è la scuola. L’obiettivo è quello di rafforzare il corpo docenti con un investimento di 7 miliardi da gennaio a ottobre (approfondisci qui).
Il premier ha ironizzato sul suo ex vicepremier Matteo Salvini, ha precisato di non avere alcuna rivalità con l’ex Presidente della Banca centrale Draghi ed ha ammonito gli alleati sul rischio di perdere se divisi contro un centrodestra compatto.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro Conte ha ammesso che tanti soldi sono stati spesi per gli ammortizzatori sociali, per limitare i danni ma ora è tempo di darsi una ridimensionata. «Abbiamo iniziato a dosare le misure, incentivi di detassazione per chi cerca di far tornare i lavoratori in azienda, misura del 30% di decontribuzione per imprese che hanno lavoratori al Sud perché il Sud sta soffrendo di più».
In fine ha ammesso che la situazione di Alitalia è complessa. «Avere un vettore di bandiera è importante – ha spiegato. – Ha un valore aggiunto notevole ma non vogliamo un carrozzone di Stato».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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