
L’Italia è solo al nono posto della classifica stilata dalla Bce
Sarà la Grecia, in rapporto al Pil, ad avere tra tutti i Paesi dell’Ue la quota più alta di “grants”, le sovvenzioni a fondo perduto che rappresentano l’aspetto più significativo del piano europeo di rilancio post crisi pandemica. Ad Atene andrà infatti oltre l’8%. Al secondo posto, tra i beneficiari “netti”, si piazza il Portogallo con poco meno del 6% del Pil di grants, mentre a valori simili seguiranno Slovacchia e Lettonia. A dirlo è la Bce che ha stilato una graduatoria sulla base delle decisioni adottate dal Consiglio europeo lo scorso 21 luglio e dei calcoli della Commissione europea.
Al sesto posto c’è la Spagna con grants netti attorno al 3,5% del Pil, seguita da Cipro, Estonia e poi, solo al nono posto si vede l’Italia, con sovvenzioni attorno al 2% del Pil. Fanalino di coda è la Slovenia.
Bisogna poi considerare i contributori netti, quelli che cioè verseranno più di quanto ricevono: ammontano a 9 ed includono Francia, Olanda e sopra di tutti la Germania.
Le sovvenzioni verranno erogate prevalentemente tramite il Recovery Fund. «Le chiavi di distribuzione assicurano maggiore supporto macroeconomico ai paesi più vulnerabili», rileva la BCE.
Sulla base delle proposte della Commissione europea e tenendo conto di popolazione, PIL procapite e disoccupazione media, il 70% di queste sovvenzioni dovrebbe essere erogato nel 2021-2022. Sul 30% che verrà allocato nel 2023, la ripartizione invece che in base alla disoccupazione, avverrà sulla base del calo di Pil nel 2020 (15%) e sul calo cumulato 2020-2021 (15%).
Su tutto il piano Next Generaion EU la Commissione europea è stata autorizzata a raccogliere 750 miliardi di euro sui mercati dei capitali per conto dell’Unione. I fondi verranno suddivisi in 390 miliardi di grants e 360 miliardi di prestiti a lungo termine. Verranno erogati fino al 2026, mentre la restituzione si trascinerà fino al 2058.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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