
I nodi da sciogliere sono ancora diversi
Dopo che il CdA di Atlantia ha bocciato l’offerta di acquisizione di Aspi inviata lunedì da Cdp, giudicandola “non ancora conforme e idonea ad assicurare l’adeguata valorizzazione di mercato” (leggi qui), la holding, il cui principale azionista è la famiglia Benetton, ha deciso di proseguire i negoziati fino al 27 ottobre e di convocare un nuovo consiglio di amministrazione il prossimo 28 ottobre “al fine di valutare un’eventuale nuova offerta vincolante“.
Sono tre in particolare i nodi da sciogliere da parte degli azionisti di Atlantia. Il primo riguarda il prezzo. La forchetta della valutazione fatta da Cdp (tra 8,5 e 9,5 miliardi per il 100%) non tiene conto degli eventuali danni indiretti. Una delle proposte è accantonare 500 milioni in un fondo dal quale attingere successivamente oppure inserire questi 500 milioni nel prezzo dell’offerta e vincolarlo ad alcuni earn out nel caso non servano in futuro.
Altro tema caldo riguarda la convocazione dell’assemblea, che per Cdp è importante che venga rinviata. La posizione di Atlantia in merito è chiara: se il 28 ottobre arriverà un’offerta vincolante e ritenuta soddisfacente l’assemblea verrà rinviata di almeno 10 settimane per permettere a Cassa depositi e prestiti di fare la due diligence su Aspi. Se, invece, la proposta non sarà ritenuta congrua si procederà con l’assemblea che, salvo sorprese, dovrebbe varare la scissione di Autostrade per l’Italia con contestuale quotazione.
C’è, infine, un capitolo particolarmente delicato che riguarda il parere (non vincolante) dell’Autorità dei trasporti (Art) sul rendimento degli investimenti che oggi è stato fissato all’1,75% dopo mesi di trattative e un accordo tra le parti.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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