
Allevatori e agricoltori vogliono tenere lontane dal mondo vegano i termini abbinati alla carne, le associazioni vegetariane si oppongono
Niente più salsicce di soia o bistecca di tofu: se si chiama steak dovrà essere fatta al 100% di carne. È questa la normativa sulla quale sta deliberando il Parlamento Europeo, una richiesta arrivata da allevatori e agricoltori che vogliono tenere distinto il proprio universo da quello dei prodotti legati al vegetarianismo.
Oggi, il mercato di prodotti alternativi alla carne occupa il 39% del giro d’affari europeo. Le parole tipiche dell’universo carnivoro come bistecca, burger o steak hanno fatto da ponte: il consumatore sa cosa aspettarsi in termini di forma, dimensione e aspetto nel momento in cui ordina uno di questi prodotti, che siano poi di carne o di tofu.
L’unione vegetariana europea ha specificato che l’utilizzo di questa terminologia aiuta i produttori a dare un’identità ai loro alimenti: crea un’aspettativa sulla novità. Gli agricoltori e gli allevatori invece ritengono che ciò che riguarda la carne, lessico compreso, debba rimanere legato ad essa senza venir snaturato.
Oggi questi ultimi hanno trovato in Francia un ottimo precedente per portar avanti la battaglia. «È importante combattere le affermazioni false – così si era espresso già nel 2018 il deputato francese Jean-Baptiste Moreu, membro del movimento politico di Macron – i nostri prodotti devono essere designati correttamente: i termini di formaggio o bistecca saranno riservati per prodotti di origine animale». Un appello che denuncia la strategia ingannevole nei confronti del consumatore messa in atto dai produttori veg, e che ha portato a un regolamento divenuto legge nel giugno 2020.
Non riguarda solo i produttori vegetariani francesi: qualunque azienda di qualunque nazionalità che voglia vendere un prodotto vegetariano in Francia deve cambiarne il nome se non desidera incorrere nella multa che arriva fino a 300 mila euro.
L’Uve e l’Associazione Vegetariana Francese hanno denunciato al Parlamento Europeo questa nuova legge che finisce per coinvolgere tutto il territorio, e ora il Consiglio è chiamato ad esprimersi in merito.
Negli ultimi anni grandi aziende come Findus, Burger King, Nestlé e Kellogg’s hanno cominciato a produrre alimenti a base di soia definendoli burger vegani. «Come si può chiamare salsiccia un prodotto fatto in laboratorio al cui interno non c’è un solo millimetro quadrato di carne?» chiede ironicaente l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto. E il gastronomo Laurent Mariotte rincara: «è solo per sedurre il consumatore che chiamano il trancio vegetale uno steak».
Non resta che aspettare di vedere come si esprimerà in merito il Parlamento Europeo.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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