Via libera dell’Eurocamera all’AiAct, ovvero all’impianto di norme europee sull’Intelligenza Artificiale. L’approvazione del testo in plenaria è arrivata ad ampia maggioranza: i voti favorevoli sono stati 523, i contrari 46 e gli astenuti 49. L’Ue è la prima al mondo a dotarsi di regole sull’Intelligenza artificiale.
Il primo lascia passare risale a giugno dello scorso anno, quando si è avviato l’iter che ha portato oggi a questa importante data, storica per il Vecchio Continente che cerca di darsi la giusta regolamentazione su un fenomeno sempre in evoluzione. Norme mirano a garantire che l’IA sviluppata e utilizzata in Europa sia conforme con i diritti e i valori dell’UE, ad esempio in materia di supervisione umana, sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale.
Le norme seguono un approccio basato sul rischio e stabiliscono obblighi per fornitori e operatori dei sistemi di IA a seconda del livello di rischio che l’IA può generare. Saranno quindi vietati i sistemi di IA che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone. Vengono inseriti nella classificazione delle applicazioni ad alto rischio i i sistemi di IA utilizzati per influenzare gli elettori nelle elezioni e disposto l’obbligo per i sistemi di IA generativa come ChatGPT di dichiarare come è stato generato il contenuto.
Arriviamo così all’approvazione da parte del Parlamento dell’Unione Europea del primo grande insieme di regole normative di base al mondo per governare l’intelligenza artificiale mediatizzata in prima linea negli investimenti tecnologici. L’UE ha mediante un consenso politico provvisorio all’inizio di dicembre, che è stato poi approvato nella sessione del Parlamento di oggi.
«L’Europa è ora un punto di riferimento globale nel campo dell’intelligenza artificiale», ha scritto su X Thierry Breton, il commissario europeo per il mercato interno.
Nato nel 2021, l’EU AIAct divide la tecnologia in categorie di rischio, che vanno da inaccettabile, che vedrebbe vietata la tecnologia a rischio alto, medio e basso.
Alcuni paesi dell’Ue hanno precedentemente sostenuto l’autoregolamentazione sui freni guidati dal governo, tra le preoccupazioni che una regolamentazione soffocante potrebbe creare ostacoli al progresso dell’Europa per competere con le aziende cinesi e americane nel settore tecnologico. I detrattori includono Germania e Francia, che ospitano alcune delle promettenti startup europee nel campo dell’intelligenza artificiale. L’Ue si sta sforzando di tenere il passo con l’impatto sui consumatori degli sviluppi tecnologici e con la supremazia sul mercato dei principali attori.
La settimana scorsa, l’Unione ha messo in vigore una legislazione storica sulla concorrenza, destinata a tenere a freno i giganti statunitensi. Secondo il Digital Markets Act, l’ Ue può reprimere le pratiche anticoncorrenziali delle principali aziende tecnologiche e costringerle ad aprire i propri servizi in settori in cui la loro posizione dominante ha soffocato gli operatori più piccoli e soffocato la libertà di scelta degli utenti.
I governi temono la possibilità che i deepfake – forme di intelligenza artificiale che generano falsi eventi, tra cui foto e video, vengano utilizzati in vista di una serie di importanti elezioni globali quest’anno.
Alcuni sostenitori dell’intelligenza artificiale si stanno già autoregolamentando per evitare la disinformazione. Ieri, Google ha annunciato che limiterà il tipo di domande relative alle elezioni che possono essere poste al suo chatbot Gemini, affermando di aver già implementato i cambiamenti negli Stati Uniti e in India.
«L’AI Act ha spinto lo sviluppo dell’IA in una direzione in cui gli esseri umani hanno il controllo della tecnologia e dove la tecnologia ci aiuterà a sfruttare le nuove scoperte per la crescita economica, il progresso sociale e per sbloccare il potenziale umano – Dragos Tudorache ha dichiarato sui social media il 12 marzo, il deputato che ha supervisionato i negoziati dell’accordo con l’Ue – L’AI Act non è la fine del viaggio, ma, piuttosto, il punto di partenza per un nuovo modello di governance costruito attorno alla tecnologia. Dobbiamo ora concentrare la nostra energia politica nel trasformare la legge nei libri in una realtà concreta», ha aggiunto.