
Arriva l’asta in formato ibrido ma non sarà duratura
L’effetto Covid si fa sentire anche sul mondo dell’arte. Per quanto riguarda le case d’asta, il calo dei fatturati è stato mediamente del 60% nel primo semestre 2020, includendo anche le aste online. Per le gallerie d’arte il calo delle vendite è stato invece del 36% nella prima metà dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019, con picchi al ribasso per le gallerie minori. A dirlo è l’indagine Lo stato dell’Arte. Una fotografia del settore Art & Finance ai tempi del Covid-19, condotta da Deloitte fra oltre 1.000 stakeholder, tra artisti, collezionisti, operatori, esponenti del mondo accademico e appassionati d’arte.
La ridotta o assente possibilità di fruire l’arte dal vivo rappresenta l’elemento più critico per il settore, che studia nuove formule per superare l’emergenza. Si stanno così affermando le cosiddette aste ibride, ossia metà live e metà in streaming, come nuovo possibile strumento chiave per mantenere vivo l’interesse in questo periodo di grande emergenza. Ma questa possibilità non durerà a lungo. Un intervistato su quattro ha dichiarato di avere utilizzato il digitale per acquistare opere d’arte nel periodo del lockdown ma, nonostante questo, solo l’8% sostiene che l’online sostituirà i servizi dal vivo per una quota superiore al 50%.
E comunque nonostante il forte impatto generato dalla crisi sulla compravendita di opere d’arte, la maggior parte degli operatori, ben l’81% ha confermato che l’arte non ha perso appeal rispetto al periodo precedente l’avvento della pandemia. Si tratta quindi di una crisi momentanea dovuta al difficile periodo che stiamo vivendo.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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