
Nel 2020 raggiunti 13 milioni di utenti, il 140% in più
Spid, il sistema pubblico di identità digitale, ha raggiunto il momento di massima espansione in Italia durante la pandemia. E anche se rimane il gap con l’Europa, avanti di ben 50 punti percentuali in molti casi, si tratta di un notevole balzo in avanti.
Lo Spid adesso copre il 22% della popolazione italiana ed è arrivato a superare la soglia di 13 milioni di identità attive, con una crescita del 140% rispetto al 2019. Questo incremento ha portato alla nascita di diverse iniziative private per gestire l’ingresso di nuovi clienti da remoto, l’accesso ai servizi e l’autorizzazione ad effettuare transizioni digitali su diversi canali.
Le motivazioni del successo sono da ricercare proprio nell’emergenza sanitaria che ha rappresentato uno spartiacque verso la diffusione della digitalizzazione, benché il mercato italiano rimanga ancora modesto: in Olanda per esempio usa l’identità digitale il 79% della popolazione, in Svezia il 78%, in Norvegia il 74%.
C’è tuttavia un crescente interesse che ha il merito di attirare l’attenzione di nuovi attori innovativi sul mercato, startup che si occupa di semplificare il riconoscimento dell’utente tramite l’intelligenza artificiale. «La pandemia ha dato una forte accelerazione allo sviluppo dell’identità digitale, evidenziando l’urgenza di un sistema di riconoscimento sicuro – ha spiegato Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Digital Identity – per sfruttare tutto il potenziale dei sistemi di ID è necessario dotarsi di una strategia organica di gestione delle iniziative nate in ambito pubblico e privato, sviluppare servizi accessori associati all’identità digitale, rafforzare la collaborazione fra pubblico e imprese, sperimentare nuove tecnologie che rendano i sistemi più sicuri e certificati».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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