La Commissione Giustizia sta lavorando per introdurre delle novità
L’esame di stato per diventare avvocati sta andando incontro a modifiche significative. È quanto emerge dalla discussione in corso in Commissione Giustizia dei disegni di legge per modificare l’accesso alla professione partendo proprio dalle prove che gli aspiranti devono affrontare.
Anche in questo settore, come in quello degli specializzandi in medicina (leggi qui), si sono verificati dei ritardi, e adesso l’obiettivo è mettere in sicurezza i nuovi esami e pensare a una riforma per tutto il sistema. «L’accesso alla professione va ripensato nel suo complesso – ha detto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Vinicio Nardo – di questo aspetto se ne sta occupando il Parlamento. Ai giovani serve una pratica professionalizzante e un esame che li renda competitivi con i loro colleghi europei».
Le proposte avanzate per la modifica dell’esame sono prettamente cinque. In primo luogo, filtrare l’accesso alla pratica usando dei test attitudinali che punino a disincentivare chi non è interessato alla professione. Secondariamente, valorizzare la pratica: proprio il percorso pratico dovrebbe essere uno dei cardini dell’ammissione all’esercizio della professione. Terzo punto: mettere uno stop ai compiti scritti con la penna sui fogli protocolli, introdurre la tecnologia con l’uso dei computer. La quarta richiesta riguarda l’aumento delle sessioni per evitare che tra la fine della pratica e l’inizio dell’attività da libero professionista passi un’eccessiva quantità di tempo. Infine, ridurre le prove e orientarle alla verifica delle competenze pratiche oltre che di quelle teoriche per valutare il problem solving.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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