
In attesa dei voti per la conferma della fiducia a Palazzo Madama, il premier risponde alle critiche mosse dai senatori
Il premier Giuseppe Conte ha chiuso la giornata di interventi in Senato con la replica ad alcune delle critiche che gli sono state mosse, tra cui quelle serrate del leader di Italia Viva Matteo Renzi (leggi qui).
Il premier ha ribadito il grande sforzo fatto fino ad oggi dal Governo per l’edilizia scolastica. «La scuola è di tutti, ci sta a cuore a tutti, dobbiamo lavorare perché resti centrale nell’agenda non del Governo ma del Paese – ha sottolineato – abbiamo realizzato 40 mila aule in più, merito di una grandissima sinergia con sindaci, presidenti delle Regioni, autorità territoriali». Inoltre, il premier spiega che sono stati mobilitati 10 miliardi in più sulla scuola, archiviando «la stagione dei tagli che avevamo ereditato».
Per quanto riguarda il calo demografico, Conte ha replicato che da luglio verrà varato l’assegno unico per i figli, un progetto della ministra Bonetti, che andrà a interessare 12 milioni di bambini. «Quello demografico è uno dei cali tra i più severi degli ultimi anni, in Germania successe la stessa cosa. Occorrono investimenti economici strutturati, dobbiamo investire sul futuro e non possiamo farlo creando una crisi di Governo – ha sottolineato – o cercando di far cadere un Governo».
Severa la replica di Conte sulle critiche fatte relativamente ai ristori. «Molte osservazioni hanno riguardato il nostro calo del Pil e la consistenza dei ristori – ha detto – non corrisponde affatto al vero che l’Italia sia prima per caduta più forte del Pil. Nonostante siamo stati colpiti per primi dalla pandemia nei primi tre trimestre del 2020, il calo tendenziale del Pil è stato lo stesso che in Francia, inferiore alla Spagna e al Regno Unito». Inoltre, c’è stato un rimbalzo nel terzo trimestre dovuto anche ai ristori. «Si è detto che abbiamo dato meno ristori di altri Paesi? È un’affermazione destituita di fondamento. Grazie a quella rete di protezione il Pil è calato meno del previsto ed è stato compensato anche il deficit». Il premier spiega che nel corso del 2020 le misure di sostegno prese dal Governo valgono circa il 6,6% del Pil: «non sto dicendo che sono state sufficienti, siamo consapevoli delle sofferenze di famiglie e imprese ma è uno degli interventi più massicci realizzati in Europa».
Relativamente alla giustizia, Conte spiega che l’Italia ha ancora delle riforme che l’attendono: «è uno degli oggetti delle raccomandazioni europee. Intanto è stato programmato l’aumento della dotazione organizzata dei magistrati di 600 unità. Nel Recovery troverete uno stanziamento di 1,3 miliardi per rendere più spedita la nostra giustizia e per smaltire l’arretrato». Per quanto riguarda l’attacco ricevuto dalla Lega, Conte restituisce la frecciata relativamente ai disegni di legge sulla giustizia bloccati, per i quali il senatore Romeo ha chiesto spiegazioni: «dal 2019 quello sulla giustizia civile e dal 2020 quello del processo sono alla commissione giustizia del Senato che è sotto presidente della commissione del suo partito. Cerchiamo tutti di dare un’accelerazione». Dopodiché Conte ricorda l’anniversario della nascita di Paolo Borsellino.
Infine, Giuseppe Conte risponde direttamente a Matteo Renzi: «Renzi ha ricostruito le ragioni del discutere la fiducia oggi. A me non sembra che quando abbiamo trattato dei temi concreti non si sia trovata una soluzione. Il Recovery Plan non è stato elaborato in qualche oscura cantina di Palazzo Chigi ma in incontri bilaterali con tutti i ministri, anche quelli di Italia Viva. La bozza, che avete voluto distruggere anche mediaticamente, era frutto di un primo confronto a livello bilaterale con i ministri». Conte aggiunge che quando Iv ha scelto la via del dialogo, ha sempre trovato le porte aperte: «a un certo punto avete scelto la strada dell’aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?»
In conclusione, Giuseppe Conte spiega che a seguito del voto di fiducia si lavorerà per rinforzare la squadra di Governo e che in assenza di numeri, il Governo non va avanti. «Sono il capo di una squadra, ho il dovere di difendere i miei ministri in qualunque situazione. Non si tratta di poltrone, siamo interessati a stare seduti con disciplina e onore».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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