
I numeri già si conoscono: Fdi fa muro, Fi di sì a Draghi, così come Iv che ne è promotrice. Draghi piace agli italiani e all’Europa
Mario Draghi è arrivato alla Camera dove terrà il secondo giorno di consultazioni per capire se ha la maggioranza per formare il nuovo Governo post-Conte.
Per il momento per l’ex presidente della Bce è un grande successo. Ieri tutti gli hanno dato il loro sostegno a partire da Azione ed Europa+ (guarda qui). Certo, si tratta di partiti minori, su cui non si gioca la vera partita (ne abbiamo parlato qui), ma almeno la strada verso un Esecutivo targato Draghi si fa meno stretta.
Oggi è la volta delle Autonomie, di LeU, Iv, Fdi, Pd e Fi. Lo scenario sembra abbastanza chiaro anche in questo caso, visto che i partiti hanno già fatto delle dichiarazioni sulla posizione che intendono prendere davanti al premier incaricato. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha detto sì ad un Esecutivo guidato dall’ex banchiere e sarà direttamente lui a farsi portavoce della sua delegazione.
Anche il Pd appoggerà Draghi: non si stanca di ripetere di volere una “maggioranza larga e europeista” che potrebbe includere dunque gli azzurri ma farebbe più fatica a digerire la Lega. Nicola Zingaretti, che si è mostrato possibilista su un suo incarico come ministro, parla di un necessario allargamento in Parlamento alle forze “moderate, liberali, socialiste”.
Da Fdi invece arriva un secco no ed insiste sulla necessità di andare alle urne (leggi qui).
Rimane l’incognita più importante, ovvero capire cosa faranno M5s e Lega che si dicono tanto portavoci del popolo e che quindi al popolo dovrebbero veramente guardare. Da molto tempo infatti Mario Draghi è una figura piuttosto conosciuta e apprezzata dagli elettori. A dicembre 2020 un sondaggio di Tecnè aveva chiesto agli italiani chi fosse più adatto a gestire i 209 miliardi del Recovery Fund spettanti al nostro Paese: il premier Conte oppure “una figura terza come Draghi”? Le risposte erano nettamente a favore di quest’ultimo, scelto dal 55,6% contro il 28,9% che indicava Conte. Significativo, in quel caso, era il fatto che Draghi venisse scelto da quasi il 30% degli elettori della maggioranza giallo-rossa. Ma arriviamo ai giorni nostri: la scorsa settimana, soltanto pochi giorni prima di essere convocato del Quirinale, Draghi era ritenuto (a pari merito con Conte) la figura più adatta a guidare un nuovo Esecutivo, con il 51% delle citazioni totali.
Per non parlare poi della reputazione che Draghi ha in Europa dove incassa anche il plauso della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «Non commentiamo le questioni politiche interne degli Stati ma il premier incaricato Mario Draghi alla Bce ha svolto un ruolo straordinario e di questo ne sono tutti consapevoli. Non solo in Italia», ha detto in una intervista a La Stampa.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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