
Il recupero delle attività è compromesso per il primo trimestre a causa delle restrizioni
Lo scenario per il Pil nel 2021 migliora, ma non abbastanza. È quanto emerge dall’analisi del Centro studi di Confindustria, che ha spiegato che il recupero del primo trimestre è ormai compromesso, perché le restrizioni anti contagio sono andate avanti troppo a lungo. Anzi, secondo Confindustria ci sono rischi al ribasso, dovuti al ritmo della campagna vaccinale: «deve essere più rapido – fanno sapere dal Centro studi – per rispettare gli obiettivi della tabella di marcia prevista dall’Ue».
Pertanto la possibilità che davanti al Pil venga posto un segno positivo slitta in avanti al secondo trimestre, mentre per un vero rimbalzo si dovrà attendere il terzo: «oggi sui mercati finanziari c’è più fiducia nell’Italia, ma i consumi restano in attesa, pronti a scattare. Un allentamento delle restrizioni potrebbe rilanciare fortemente i consumi».
Al momento in Italia i servizi vanno peggio rispetto all’industria e l’export è altalenante, mentre gli investimenti privati faticano a ripartire. A livello internazionale invece l’Eurozona è a rilento. Ripartono gli USA, grazie alle massicce misure di policy che sono state varante con l’American Rescue Plan.
Il Centro Studi si è soffermato poi sul divario esistente tra il Pil della Germania e quello italiano, due Paesi che pur hanno attraversato le stesse difficoltà per la pandemia: «la flessione del Pil nel 2020 in Italia è stata del -8,9%, peggio del -5,3% in Germania – hanno spiegato gli analisti – un gap dovuto alle restrizioni meno stringenti per le attività industriali in Germania, alla quota di turismo e all’andamento delle costruzioni, alla diversa tipologia di impresa e alle misure di policy messe in campo». Tra queste ultime Confindustria sottolinea la scelta di tagliare le aliquote Iva nel secondo semestre dell’anno, con un costo per lo Stato pari allo 0,5% del Pil.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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