
Approvata da entrambe le Camere la legge che costringe i colossi del web a pagare gli editori per i contenuti condivisi attraverso le loro piattaforme
Il Parlamento australiano ha approvato la legge che costringe i colossi del web a pagare gli editori per i contenuti condivisi attraverso le loro piattaforme. Si tratta di un provvedimento rivoluzionario destinato a essere preso da esempio anche in altri Paesi. Canberra ha quindi vinto il braccio di ferro con Google e Facebook che era arrivata persino a bloccare la condivisione dei contenuti delle testate giornalistiche australiane in risposta all’iniziativa del Governo, facendo poi marcia indietro (guarda qui).
Il testo definitivo attenua la rigidità dei punti più contestati dalle compagnie, ovvero l’obbligo di trattativa con i media e la fissazione dei compensi tramite arbitrato in caso di fallimento del negoziato. Ora Google pagherà per le notizie che appariranno sul nuovo prodotto Showcase, che verrà presentato in Australia quest’anno, e Facebook retribuirà le testate che compariranno su News, altro prodotto destinato a essere lanciato nei prossimi mesi. «Il Codice garantirà che l’industria dell’informazione venga remunerata adeguatamente per i contenuti generati, contribuendo a sostenere il giornalismo di interesse pubblico in Australia», ha affermato il ministro del Tesoro, Josh Frydenberg.
Facebook e Google hanno ora altri due mesi per chiudere gli accordi con i media e scongiurare un arbitrato vincolante. Google ha già sottoscritto intese da milioni di dollari con alcune società locali del settore, inclusi i due maggiori editori australiani: Nine Entertainment e la News Corp di Rupert Murdoch che è stato tra gli ispiratori della legge.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/DANIEL DEME
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