
I consumatori protestano per l’esclusione di tante famiglie e i prodotti scadenti
Il bonus pc è una misura messa a disposizione dal Governo Conte per garantire l’accesso a internet alle famiglie in condizioni economiche disagiate, unitamente a tablet e pc. Un aiuto che si è reso indispensabile nell’ultimo anno per far fronte alle problematiche legate allo smartworking e alla dad.
Tuttavia, il bonus non sembrerebbe aver funzionato: a quattro mesi dall’avvio della misura solo il 25,2% dei fondi messi a disposizione dal Governo è stato impiegato dai cittadini, 50 milioni sui 200 che erano stati stanziati. Altri 16,6 milioni sono stati prenotati dalle famiglie ma non sono ancora attivati e rimangono in giacenza 133 milioni di euro.
Sono le stime fatte da Consumerismo No Profit: «tanti vincoli e limiti hanno condizionato negativamente l’efficacia della misura – ha spiegato il presidente dell’associazione dei consumatori Luigi Gabriele – il grande errore è stato far ricadere questo strumento all’interno della strategia nazionale per la realizzazione della banda larga e la copertura delle aree più periferiche, con l’obiettivo di combattere la debolezza infrastrutturale. In realtà il bonus pc doveva servire a mitigare gli effetti di povertà e disuguaglianza economica».
Infatti c’è da considerare che le persone che non dispongono di internet non sono solo quelle che non hanno i mezzi per pagare l’abbonamento, ma anche quelle che non hanno copertura della rete nella zona in cui risiede. Solo che con l’indirizzamento delle risorse nelle zone più remote, sono state escluse diverse grandi città e quindi diverse famiglie che non hanno disponibilità economica.
Un ulteriore problema è stato quello della tipologia di computer e tablet messo a disposizione: secondo il presidente di Consumerismo no profit bisognava organizzare il bonus come quello della mobilità, lasciando al beneficiario la possibilità di scegliere tipologia di prodotto e marca.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA / FRANCO SILVI
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