
In Cina il Pmi manifatturiero a marzo è al minimo in quasi un anno
L’economia giapponese è in crescita e a rivelarlo sono gli ultimi dati. Nel mese di marzo infatti l’indice Pmi manifatturiero, stilato congiuntamente da Jibun Bank e Markit, si è attestato a 52,7 punti, rispetto ai precedenti 51,4 punti di febbraio, confermando l’espansione più forte dall’ottobre del 2018.
I livelli di produzione sono saliti per il secondo mese consecutivo, con le aziende manifatturiere giapponesi che hanno riportato che la domanda interna ed estera ha continuato a recuperare terreno, anche se i nuovi ordini dall’estero sono cresciuti a un ritmo inferiore rispetto a quello di febbraio. «Le aziende giapponesi manifatturiere sono fiduciose sul fatto che la produzione continuerà a crescere nei prossimi 12 mesi – ha commentato Usamah Bhatti, economista di IHS Markit. – Le aziende hanno citato la speranza che il successo delle vaccinazioni, iniziate a marzo, aiuterà a velocizzare la fine della pandemia, permettendo una ripresa ampia della domanda».
Le cose non vanno così bene in Cina dove il Pmi manifatturiero cinese, compilato congiuntamente da Caixin e Markit ,si è attestato a marzo al livello più basso in quasi un anno, a 50,6 punti. Il dato è stato inferiore ai 51,4 punti attesi e ha riportato un indebolimento rispetto ai precedenti 50,9 punti di febbraio.
La fase di espansione dell’attività economica rimane intatta, in quanto il valore dell’indice è superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e di espansione (valori al di sopra). Ma si assiste al forte aumento dei costi input (come manodopera e materie prime), che hanno riportato il balzo più forte degli ultimi 40 mesi. Inoltre le imprese manifatturiere hanno continuato a tagliare la forza lavoro per il quarto mese consecutivo.
di: Maria Lucia PANUCCI
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