
Rimane alta l’allerta
L’associazione degli industriali, Confindustria, ha pubblicato le nuove stime per quanto riguarda il Pil 2021 e 2022. +4,1% nel primo caso e +4,2% nel secondo, e benché ci sia un segno positivo, gli economisti avvisano che l’allerta deve rimanere alta: «non si tratta di crescita – fanno sapere – perché così a fine 2022 l’economia italiana avrebbe a stento chiuso il profondo gap aperto nel 2020 dalla pandemia». Inoltre, le stime sono condizionate all’avanzamento della vaccinazione di massa in Italia e in Europa, pertanto c’è incertezza sulla diffusione del virus nei prossimi mesi.
Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha spiegato che il lungo recupero dell’economia italiana porterà alla completa chiusura del Gap generato con la crisi pandemica solo a fine 2022, in ritardo rispetto ad altri grandi Paesi europei, come la Germania, che colmerà il gap già a fine 2021. «Delle quattro principali incognite per la ripresa europea, due sono significativamente dipendenti dalle scelte politiche e dall’efficienza amministrativa dell’Unione e degli Stati europei – ha dichiarato il leader degli industriali – la rapidità del piano vaccinale, l’implementazione efficace e rapida del Next Generation Eu, e alcune cruciali scelte di politica finanziaria, quali l’allungamento dei prestiti bancari alle imprese e la riconsiderazione dei criteri di sostenibilità degli stessi, dipendono da decisioni europee e possono rilanciare i consumi, il turismo, gli investimenti pubblici e privati». Inoltre, Bonomi ha spiegato che c’è l’incognita dei costi alti e della reperibilità scarsa di materie prime e semilavorati che richiede scelte di medio e lungo termine per la politica industriale e commerciale dell’Unione Europea.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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