
Il futuro dei giocattoli assemblabili danesi è all’insegna dell’inclusione, ma pesa lo scarso appeal dei prodotti “per femmine” sui maschi
Le differenze di genere oggi sembrano sempre più un ricordo: è il pensiero del colosso delle piccole costruzioni Lego, che si aggiorna ai tempi dell’inclusione e dell’abbattimento degli stereotipi identitari.
È l’indice di un atteggiamento progressista e capace di catturare lo spirito del tempo ma anche la necessaria corsa ai ripari per ovviare a possibili ripercussioni negative sulla vendita delle proprie linee di prodotti.
L’analisi condotta dal Geena Davis Institute on Gender in Media ha individuato una tendenza in realtà molto più vecchio stampo, ovvero l’insufficiente attrattiva per i maschi delle tipologie di giocattoli rivolte esplicitamente a un bacino d’utenza femminile.
Nuove misure, dunque, ma motivi che si trascinano da generazioni: la paura principale è quella di essere etichettati come “femminucce” e di subire le prese in giro del branco, un timore che a dire il vero investe più i genitori rispetto ai figli.
Addio, quindi, alle suddivisioni in base al genere: d’ora in avanti le scatole della Lego saranno differenziate solo in base alla “passione”, ossia alla sfera di interesse.
di: Andrea BOSCO
FOTO: ANSA/LEGO
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