
Le richieste rigettate per superamento del budget potranno essere prese nuovamente in considerazione con lo stanziamento di nuovi fondi
Ha preso il via da qualche settimana il progetto del reddito di libertà, destinato a donne vittime di violenza (ne abbiamo parlato qui). Il sostegno, pari a 400 euro mensili per un massimo di 12 mesi, non è assegnato in base a criteri reddituali ma viene erogato direttamente dall’Inps a esaurimento del budget totale messo a disposizione del Governo (tre milioni di euro ripartiti fra Regioni e Province autonome).
A qualche giorno dall’introduzione della misura, crescono già i timori in merito a un possibile rigetto della domanda per esaurimento delle risorse. In merito è intervenuto l’Inps che, con la circolare del 7 dicembre n. 4352, precisa che le domande non accolte non verranno completamente rigettate.
Se il Governo dovesse stanziare altri fondi per questa misura, le richieste fatte entro il 31 dicembre 2021 verranno invece ripescate e “potranno essere istruite e liquidate secondo l’ordine cronologico di presentazione“.
Il contributo, lo ricordiamo, è destinato a donne seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali e residenti nel territorio italiano. La cittadinanza italiana non è una discriminante e possono richiedere il sostegno anche cittadine comunitarie o extracomunitarie in possesso di permessi di soggiorno, status di rifugiate politiche o di protezione sussidiaria.
Il reddito è inoltre esente da tassazione sul reddito e cumulabile con altre misure di sostegno della povertà.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA