
I reperti, rinvenuti a New York, provengono da un filone d’indagine sull’antiquario Almagià
Un importante pezzo d’Italia torna a casa: è stato disposta la restituzione di oltre 200 antichità rubate e illecitamente distribuite a New York da un antiquario italiano. Un bottino dal valore complessivo di 10 milioni di dollari che è emerso dalle indagini del procuratore di Manhattan Cyrus Vance e che ora sarà recuperato dal generale di Brigata dell’Arma per la Tutela del Patrimonio Culturale Roberto Riccardi.
Almagià aveva venduto tutti questi reperti, tramite un intermediario, a istituzioni o privati cittadini che hanno poi volontariamente accettato di riconsegnarli alle autorità italiane. Il filone di indagini è partito dall’Italia, dove l’antiquario Edoardo Almagià, residente a New York fino al 2003, era già indagato per traffico e vendita di manufatti rubati ad acquirenti americani.
Nel 2012 Almagià era stato accusato di saccheggio di tombe etrusche e romane, quello che venne definito dagli inquirenti come “uno dei più grandi saccheggi del patrimonio culturale italiano“; nonostante l’assoluzione, il Tribunale aveva confiscato tutte le reliquie in suo possesso.
L’antiquario, dal canto suo, accusa la regolamentazione italiana e statunitense che “è diventata più severa” e si difende: «si potrebbero spendere tutti quei soldi per riparare i musei italiani anziché perseguitare i commercianti», considerando che “ci sono migliaia di oggetti d’arte che viaggiano per il mondo senza documenti e in passato era sempre così“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA
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