Il ceo di Impact Hub Marco Nannini sostiene una ri-concettualizzazione del fallimento in Italia, oggi ancora visto principalmente nei suoi risvolti negativi
In Italia bisogna re-inquadrare il concetto di fallimento che, lungi dall’essere una sconfitta perenne, rappresenta invece un’importante occasione di crescita e rinnovamento. A patto, però, che si comprendano i propri errori. È quanto suggerisce il ceo di Impact Hub Marco Nannini.
Secondo l’esperto, nel nostro Paese il concetto di fallimento è ancora un “qualcosa da stigmatizzare” per la società, al punto di paralizzare in partenza progetti imprenditoriali ambiziosi che però, per paura di fallire, non si assumono i dovuti rischi.
«In Italia quindi si inizia a fare impresa letteralmente con la paura di fallire (o viceversa con l’incoscienza che non possa mai accadere). Il che è paradossale, poiché invece il fallimento fa parte del processo di fare impresa» afferma Nannini intervenendo su Millionaire.
Dall’acquisizione delle nostre abilità motorie fino all’apprendimento, la nostra vita è infatti costellata di “fallimenti” che permettono però di comprendere come non vadano fatte le cose e dunque di migliorare costantemente. Un percorso condiviso e ben noto anche agli sportivi, ma che in Italia è ancora poco applicato quando si parla di impresa.
L’importante, dunque, è essere capaci di analizzare in modo lucido le cause dei propri errori, in modo da non reiterarli e da rendere il fallimento un vero spunto per la propria crescita professionale e personale. Insomma: «fallire non è un dramma e può essere il trampolino per il successo. Ma solo se abbiamo capito i nostri errori e ci alleniamo per non commetterli più».
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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