Previsto un picco per i prezzi energetici: +600% per il gas
La crescita economica in Europa rimarrà contenuta nel primo trimestre 2022 e questo perché la scarsità di materiali, attrezzature e manodopera tengono ancora a freno la produzione in alcuni comparti. E’ quanto emerge dal Bollettino economico della Bce secondo cui gli elevati costi dell’energia incidono sui redditi delle famiglie e sui profitti delle imprese dell’area dell’euro e sono probabilmente destinati a produrre un contenimento della spesa.
Tuttavia il mercato del lavoro sta migliorando ulteriormente, grazie all’ingente sostegno delle politiche economiche, l’economia risente sempre meno delle nuove ondate della pandemia e i fattori che frenano la produzione e i consumi dovrebbero gradualmente ridimensionarsi, consentendo una forte ripresa nel corso dell’anno.
Continua ad essere preoccupante la situazione del caro-energia. Secondo la Bce i prezzi del petrolio e del gas naturale dovrebbero segnare il loro picco nel corso di questo primo trimestre dell’anno, con il gas in particolare che raggiungerà un rincaro di quasi il 600% rispetto al primo trimestre del 2021. Questa stangata ridurrà di 0,2 punti la crescita del Pil dell’area euro sul 2022.
La Banca centrale ha pubblicato uno studio proprio mentre le forniture di gas all’Europa vengono complicate dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche sull’Ucraina con Usa e Nato da una parte e Russia dall’altra.
Ed in caso di shock con razionamento del 10% sul settore industria il valore aggiunto dell’area euro dovrebbe ridursi di circa 0,7% punti percentuali. «Le perdite – aggiunge la Bce – sarebbero particolarmente significative nei Paesi dove la produzione dipende più dal gas e dove la produzione di elettricità, Gas e forniture di aria condizionata rappresentano una quota considerevole di valore aggiunto».
L’istituto centrale fa anche il punto sui fondi europei assegnati ai Paesi colpiti dal Covid. «Quasi due terzi dei finanziamenti nell’ambito dell’RRF richiesti nell’area dell’euro sono attualmente assegnati a Italia e Spagna. Al momento ci si attende che il finanziamento complessivo da mobilitare per i Paesi dell’area dell’euro sia di 401 miliardi di euro nel periodo 2021-2026, pari al 3,5% del PIL dell’area nel 2020. Al momento si stima che quasi la metà (il 48%) sarà assorbita dall’Italia. Tale importo ammonta a 191,5 miliardi di euro di sovvenzioni e prestiti, pari all’11,6 per cento del PIL del Paese nel 2020», si legge ancora nel Bollettino.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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