Con tassi troppo rigidi rischiamo la stagnazione. A lanciare l’avvertimento è il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta che nel suo discorso alla conferenza della Bce che detto: «con l’inflazione che si avvicina progressivamente al nostro obiettivo, sorge la domanda su quale dovrebbe essere la prossima mossa della Bce. L’emergere di rischi al ribasso per le prospettive implicano che la Bce debba considerare la possibilità che la politica monetaria potrebbe diventare troppo restrittiva andando avanti. La politica monetaria è troppo restrittiva se finisce per causare una profonda recessione, ma lo è anche se spinge l’inflazione al di sotto del target e causa una stagnazione prolungata. Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario, ma non possiamo ancora escludere il secondo».
Panetta ha ricordato che nelle sue proiezioni più recenti il Fondo monetario internazionale prevede che gli Stati Uniti cresceranno più del triplo rispetto all’area euro nel 2024 (2,7% rispetto allo 0,8%). La politica monetaria non è certamente l’unica e nemmeno la principale causa di questa divergenza, ma è importante che non diventi un ostacolo inutile che impedisce all’area dell’euro di realizzare il suo pieno potenziale. «Con una debole dinamica imprenditoriale e concorrenza dall’estero, una politica monetaria restrittiva potrebbe aumentare il rischio di un periodo prolungato di debolezza», ha rimarcato.
Gli investitori attualmente prevedono fra tre e quattro tagli da parte della BCE quest’anno. Si dovrebbe partire a giugno: molti banchieri, tra cui anche la presidente Lagarde, avallano questa tesi.