«La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo è in calo, la dinamica salariale è in fase di graduale moderazione e le imprese stanno assorbendo parte dell’incremento del costo del lavoro nei loro profitti. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e i rialzi dei tassi di interesse stabiliti in precedenza continuano a gravare sulla domanda, contribuendo a ridurre l’inflazione. Tuttavia, le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l’inflazione dei servizi». E’ quanto si legge nell’ultimo Bollettino della Bce relativo alla riunione dell’11 aprile scorso quando il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento.
Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine.
L’economia è rimasta debole nel primo trimestre ma dovrebbe rafforzarsi nei prossimi mesi. L’inflazione dovrebbe mantenersi sui livelli attuali per un po’, per poi scendere al 2% il prossimo anno. Ma esistono rischi elevati dovuti al prolungamento della guerra in Medio-Oriente che potrebbe determinare un rialzo dei costi di energia e di trasporto nel breve termine.
Gli investitori attualmente prevedono fra tre e quattro tagli da parte della BCE quest’anno. Si dovrebbe partire a giugno: molti banchieri, tra cui anche la presidente Lagarde, avallano questa tesi.