Il premier ha sottolineato la necessità di mantenere un “dialogo aperto” e di organizzare un incontro tra Putin e Zelensky
Nei prossimi giorni il premier italiano Mario Draghi si recherà a Mosca. Ad annunciarlo è lui stesso sostenendo che al momento non ci sarebbero segnali di de-escalation al confine tra la Russia e l’Ucraina.
«Per il momento episodi di de escalation sul terreno non si sono visti – ha detto il premier al termine del consiglio Ue informale sulla crisi ucraina. – Sostanzialmente la situazione è quella di qualche giorno fa, questi episodi che sembravano annunciare una de-escalation non sono presi seriamente, quindi dobbiamo rimanere pronti ad ogni eventualità. Dobbiamo perseguire la strategia della deterrenza ferma, non dobbiamo mostrarci deboli».
«L’obiettivo è ora far sedere al tavolo il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’Italia sta facendo il possibile per sostenere questa direzione – ha aggiunto sottolineando che “l’altro aspetto della strategia è mantenere il dialogo aperto“. «Tutti i formati devono essere utilizzati, Nato, Osce, Normandia: sono tutti strumenti importanti che devono essere utilizzati. La nostra unità è la cosa che più ha colpito la Russia. Avremmo potuto dividerci perché ad esempio nella Nato ci sono tantissimi Paesi non solo quello che viene definito Occidente. Non possiamo rinunciare ai principi fondanti dell’Alleanza» – ha concluso.
Per garantire la sicurezza, la discussione a Bruxelles si è svolta “senza dispositivi elettronici” come ha riferito il portavoce di Charles Michel, presidente del Consiglio europeo.
Nel frattempo la Tass ha reso noto che la Russia ha espulso il viceambasciatore statunitense a Mosca Bart Gorman. L’ambasciatore John Sullivan, invece, avrebbe ricevuto la risposta del Cremlino alle proposte Usa e Nato sull’Ucraina e sulla sicurezza europea. Lo rivela un alto funzionario Usa.
Il segretario Nato Stoltenberg in conferenza stampa ha confermato che l’autodifesa è un diritto e che l’Alleanza è pronta per aiutare le forze ucraine, anche perché sembra che le forze russe stiano cercando un pretesto per avviare le operazioni armate.
In merito all’adesione dell’Ucraina, Stoltenberg ribadisce che le porte della Nato rimangono aperte e qualsiasi decisione sull’adesione all’Alleanza dipenderà solo dai membri interni.
«Non possiamo accettare un ritorno alle sfere di influenza separate e non si possono prendere decisioni sull’Ucraina senza l’Ucraina e sulla Georgia senza la Georgia» ha inoltre ribadito, ricordando che “i nostri alleati sono pronti a sedersi a un tavolo con la Russia per discutere di tutte le questioni“.
In merito allo smantellamento militare, Stoltenberg ricorda che a fronte degli annunci russi di ritirata, la capacità delle forze dispiegate al confine è ancora consistente: “siamo seriamente preoccupati” ma daremo “pieno supporto all’Ucraina con le truppe Nato“, dispiegate “per evitare il conflitto“.
Nel Paese la tensione militare non accenna a calare: il comando militare governativo ha accusato i separatisti del Donbass di aver colpito con dei proiettili un asilo a Stanytsia Luhanska, un insediamento sulle rive del fiume Seversky Donets nell’Ucraina orientale. Secondo il premier britannico Boris Johnson si tratta di “un’operazione sotto false insegne progettata per screditare gli ucraini“. «Temiamo che sia qualcosa che vedremo più spesso nei prossimi giorni» – ha dichiarato.
L’attacco ha ferito due civili e tagliato la corrente a metà della città. I separatisti avevano dichiarato di aver risposto a un attacco del Governo, accusa smentita da Kiev i cui soldati non hanno risposto al fuoco. Secondo il Guardian ci sarebbero tre feriti ma nessuna vittima.
Sulla vicenda è intervenuto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba chiedendo la condanna da parte di tutto l’Occidente.
«Il villaggio ucraino di Stanytsia Luhanska è stato bombardato con armi pesanti dal territorio occupato del Donbass – ha scritto in un tweet – Le infrastrutture civili sono state danneggiate. Chiediamo a tutti i partner di condannare rapidamente questa grave violazione degli accordi di Minsk da parte della Russia in una situazione di sicurezza già tesa».
La Bielorussia questa mattina si era dichiarata pronta a ospitare “armi nucleari” in caso di minaccia dell’Occidente. Lo ha annunciato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, alleato di Vladimir Putin.
Stamattina il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha incontrato a Mosca l’omologo russo Sergej Lavrov (leggi qui). Nel frattempo il presidente ucraino Zelensky ha ribadito l’intenzione del suo Paese di entrare a far parte dell’Alleanza Atlantica.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA