
Secondo le prime stime il provvedimento ha riguardato appena lo 0,9% dell’edilizia residenziale totale in Italia
La Cgia ha diffuso il suo bilancio sugli effetti economici del Superbonus 110% e il giudizio non è positivo. Considerando che finora per questa misura edilizia lo Stato ha erogato lo stesso importo speso per il reddito di cittadinanza, “i vantaggi hanno interessato pochissime persone, in particolar modo facoltose, con un livello di istruzione medio-alto e con proprietà immobiliari ubicate nei centri storici delle grandi città, in particolar modo del Centronord“.
I benefici del Superbonus sono quindi fortemente sbilanciati a favore dei più ricchi, con un’impronta “anche distorsiva del mercato“.
Stando ai dati raccolti, al 31 gennaio scorso erano state depositate oltre 107mila asseverazioni per il bonus, che corrispondono a una spesa poco sopra i 20 miliardi di euro; considerando che in Italia ci sono quasi 12,2 milioni di edifici residenziali si stima che il provvedimento abbia riguardato appena lo 0,9% del totale.
In altre parole, spiega la Cgia, i 20 miliardi sono stati investiti nell’efficientamento energetico di una quota infinitesimali di edifici, perlopiù appartenenti a un ceto medio-alto.
In questo contesto la Cgia fa salve le accuse di frode legate a questo specifico bonus edilizio. Riprendendo i dati dell’Agenza delle Entrate, dei 4,4 miliardi di irregolarità riscontrate sono relativi al Superbonus appena 132 milioni di euro.
Il problema centrale è quindi il costo della misura, sproporzionato rispetto all’impatto sull’edilizia residenziale che è anche quella che avrebbe più urgentemente bisogno di un efficientamento.
Una proposta della Cgia riguarda la detraibilità delle spese sostenute che andrebbe abbassata quanto prima al 60/70%, anticipando dunque il decalage già previsto nell’ultima legge di Bilancio che ha prorogato il bonus.
Il meccanismo infatti “consente di detrarre fiscalmente molto più di quanto un proprietario è chiamato a spendere per ristrutturare un edificio“, innescando una “bolla inflattiva preoccupante” aggravata dal rincaro dei prezzi delle materie prime, cui il Superbonus ha fortemente contribuito. Mentre di alcune i prezzi sono schizzati alle stelle (ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento), altre materie prime sono diventate pressoché introvabili (lana di roccia, polistirene, ponteggi).
A livello regionale secondo la Cgia il Veneto ha registrato il maggior numero di adesioni al Superbonus 110% per il rinnovamento di edifici residenziali esistenti, con 13.933 asseverazioni. L’incidenza sul numero degli edifici residenziali esistenti qui è pari all’1,3%. Alti tassi in tal senso sono stati registrati anche in Lazio e in Toscana all’1,2% e in Emilia Romagna all’1,1%.
L’importo medio nazionale delle detrazioni ottenuto a fine lavori è pari a 187.437 euro, cifra che tocca picchi massimi in Basilicata (299.026 euro) e minimi in Friuli Venezia Giulia (144.177) euro.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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