Molti analisti ritengono l’esclusione di Mosca da questo sistema di pagamenti internazionali n’arma a doppio taglio per gli altri Paesi
Fra le sanzioni previste in risposta all’invasione militare della Russia in Ucraina c’è l’esclusione di Mosca dal circuito di pagamenti Swift. Oggi Cipro ha annunciato che non bloccherà la messa al bando della Russia dal sistema internazionale di pagamenti.
Si è unito al coro anche il premier Draghi che ha ribadito al presidente Zelensky il pieno appoggio italiano alla “linea dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito Swift“.
Molti analisti sono però scettici al riguardo, viste le complesse implicazioni di questa misura sul sistema di scambi internazionali. La sanzione potrebbe addirittura rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Fra le fila italiane si è alzata la voce contraria di Salvini che ha paventato il rischio di un black out nel caso in cui venga attuato il blocco: «per fermare la guerra vale tutto e tutti i mezzi necessari vanno messi in campo, ma un conto è bloccare i patrimoni degli oligarchi, dei politici e dei guerrafondai. Se sospendiamo i pagamenti l’Italia rimane senza gas e poi bisogna correre ai ripari».
Una riflessione che sottintende comunque un pieno appoggio al Governo: «Draghi è il presidente del Consiglio, ha il nostro sostegno, decida». Al momento, fra i Paesi membri dello Swift, manca all’appello solo la conferma sulla posizione di Budapest. Il dubbio è stato parzialmente fugato da un tweet del premier polacco Mateusz Morawiecki:
«oggi ho parlato di nuovo con il premier ungherese, Viktor Orbán. E ancora una volta mi ha assicurato il suo sostegno a sanzioni di vasta portata contro la Russia. Compreso il blocco del sistema Swift».
Sulla proposta sanzionatoria si è espressa anche la società di rating Moody’s, dichiarando che l’impatto “significativo sull’economia e sul sistema finanziario” russo potrebbero costare a Mosca un declassamento del merito di credito a “spazzatura”.
Queste sanzioni potrebbero infatti “minare la capacità della Russia di servire e rifinanziare il suo debito porrebbero rischi immediati al suo profilo di credito“.
Lo Swift – Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication è un consorzio internazionale di banche che collega telematicamente circa 11mila istituzioni finanziarie in oltre 200 Paesi di tutto il mondo. Il consorzio, che ha sede in Belgio, è nato nel 1977 per bilanciare il monopolio della Citibank americana, fino a quando nel 2001, in seguito all’attacco alle Torri Gemelle, anche gli Usa hanno chiesto l’accesso alla rete per rintracciare i finanziamenti dei fondamentalisti islamici.
Il blocco dell’accesso a Swift quindi non riguarda solo il Paese sanzionato (era già avvenuto ad esempio nel 2012 quando venne disconnesso il sistema dell’Iran nell’ambito delle sanzioni chieste dagli Usa per il programma nucleare di Teheran) ma anche gli intermediari che effettuino transizioni con loro.
Come ha evidenziato un recente studio pubblicato dall’Ispi, però, la Russia già dal 2014 sta sviluppando dei circuiti paralleli e alternativi di pagamento, portando di fatto le mani avanti rispetto a un’esclusione dal circuito internazionale.
Un primo sistema di pagamento nazionale era già stato istituito a seguito delle sanzioni imposte dopo l’invasione della Crimea: proprio nel 2014 nacque il Mir, un sistema di pagamento che ad oggi intermedia il 25% delle transizioni russe con carta.
Questo significa che “grazie a Mir, i pagamenti interni al Paese non sarebbero colpiti. E anche gli effetti sulle relazioni esterne sarebbero parzialmente attenuati dal ricorso a Spfs e Cips. Tanto che lo stesso Medvedev, che nel frattempo è diventato vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato che le transazioni finanziarie ‘diventeranno più difficili, ma non sarà una catastrofe“, spiegano Luca Fantacci e Lucio Gobbi.
Nel 2021 Mosca ha implementato anche il System for Transfer of Financial Messages (SPFS): un sistema che connette più di 400 intermediari finanziari, fra cui anche Unicredit e Deutsche Bank, pari al 20% del totale dei trasferimenti. C’è poi il sistema di pagamento interbancario transfrontaliero cinese Cips, cui la Russia si potrebbe appoggiare.
Parallelamente, l’esclusione della Russia dallo Swift imporrebbe un blocco tanto ai traffici commerciali quanto alle transazioni finanziarie degli altri Paesi: anche per questo cresce la preoccupazione delle banche europee, “in particolare di quelle francesi e italiane, che sono esposte complessivamente per circa 50 miliardi di dollari ugualmente ripartiti” e che “non potrebbero ottenere il pagamento di quei crediti” in caso di blocco.
«Un blocco indiscriminato rischierebbe così di tradursi in una moratoria sui debiti esteri della Russia» concludono.
Il ricorso sistematico a questo strumento sanzionatorio ha effetti negativi anche sul lungo termine perché “incentiva la ricerca di alternative e finisce per minare alla radice l’utilizzo del dollaro come moneta internazionale e l’assetto geopolitico che su tale egemonia monetaria si regge“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/Pawel Supernak
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