Le nuove regole proibiscono le esportazioni di miglio, di grano saraceno, zucchero, bestiame e carne. L’obiettivo è garantire prima di tutto il rifornimento alla popolazione ucraina
L’Ucraina blocca le esportazioni di alcune materie prime che sono cruciali per il rifornimento globale di cibo. E questo per assicurare che le sue risorse rimangano all’interno del Paese, per sfamare la popolazione. L’Ucraina rischia infatti una crisi umanitaria a causa dell’intensificarsi della guerra iniziata per volere di Mosca, come ricorda anche il ministro dell’Agricoltura ucraino Roman Leshchenko.
In particolare è vietato l’export di miglio, grano saraceno, zucchero, bestiame e carne e altri cosiddetti prodotti secondari che derivano dal bestiame.
Una notizia che non ci voleva proprio visto che sia la Russia che l’Ucraina sono tra i principali Paesi esportatori di cereali ed insieme rappresentano il 29% dell’export di grano e il 19% di quello di mais.
E già alle prese con i rincari dei prezzi di gas naturale, petrolio e benzina, l’Europa rischia di rimanere vittima ora anche di ulteriori rincari dei prezzi dei prodotti agricoli. «In una settimana, dall’inizio della guerra in Ucraina, il prezzo del grano è balzato del 38,6% ma ad aumentare del 17% e stato anche il prezzo del mais e del 6% quello della soia destinati all’alimentazione degli animali negli allevamenti – ha fatto notare la Coldiretti sulla base delle quotazioni alla borsa merci di Chicago. – Il contratto future più attivo sul grano ha chiuso a 11,91-1/4 dollari per bushel (27,2 chili) ai massimi da marzo 2008 mentre il mais a 7,6 dollari per bushel al top da 10 anni e la soia a 16,78 dollari per bushel. A pesare è la chiusura dei porti sul Mar Nero che impediscono le spedizioni e creano carenza sul mercato».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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