
A Ferrara il prezzo del pane tocca i 9 euro al chilo, a Cagliari la pasta viene venduta a 4,7 euro al chilo. L’indice Fao dei generi alimentari aveva lanciato l’allarme già a febbraio dopo il +20,7% su base annua
Caro energia, boom di materie prime e guerra in Ucraina: sono questi i tre fattori che preoccupano per gli aumenti sui prezzi del pane e di altri generi alimentari di prima necessità. Secondo le stime, infatti, il conflitto potrebbe influenzare i listini con aumenti dal 15% al 30%.
Stando a quanto segnala Assoutenti, infatti, a Ferrara il pane ha toccato il prezzo record di 9,8 euro al chilo, contro una media di 5,31 euro al chilo. Subito dietro Ferrara ci sono Forlì (9 euro al chilo contro 4,37 euro di prezzo medio) e Venezia (8,50 euro al chilo contro 5,52 di media). Tra le città che superano i 6 euro ci sono, ancora, Milano, Bari, Ancona, Macerata, Bologna, Bolzano, Modena, Reggio Emilia, Trento e Udine. A Napoli, Cosenza e Benevento, invece, si registrano i prezzi più bassi, rispettivamente 2,00, 2,50 e 2,65 euro al chilo.
Anche la pasta ha subito forti rincari: è Cagliari la città più costosa dove viene venduta a 4,7 euro al chilo.
Secondo un’analisi di Coldiretti, dall’inizio del conflitto i prezzi di grano e pane sono aumentati di 13 volte, nonostante il grano, per effetto della speculazione, sia sceso dell’8,5% nell’ultima settimana.
Sebben la guerra spaventi, tuttavia, i rincari erano in corsa già prima dell’invasione russa. A febbraio, infatti, l’indice Fao dei prezzi dei generi alimentari aveva raggiunto un record assoluto, superando del 3% il precedente del 2011, in rialzo del 3,9% rispetto a gennaio e del 20,7% su base annua.
Sul tema dei rincari, e soprattutto sugli assalti ai supermercati, è intervenuto il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli. «Effettivamente ci sono materie prime di cui noi ci approvvigioniamo da alcuni Paesi in conflitto o molto vicini al conflitto e che hanno fatto scelte commerciali piuttosto discutibili come l’Ungheria e però abbiamo anche una forza produttiva che ci consente di dire che problemi ai supermercati non ci saranno, e dobbiamo anche dare un messaggio di speranza e tranquillità ai cittadini perché in questo momento non ci sono motivi per fare l’assalto agli scaffali del supermercato» – ha dichiarato ai microfoni di Radio 24.
In merito ai dazi ha aggiunto: «nel settore di mia competenza i dazi non vanno introdotti, credo non sia il momento di parlarne perché se i dazi li proponi poi devi essere anche pronto a subirli da altri Paesi. Noi stiamo contrastando la posizione dell’Ungheria rispetto al blocco delle esportazioni perché in qualche modo mette in crisi il mercato comune europeo. Se poi ci riferiamo ai dazi rispetto alla Russia o al blocco delle esportazioni o all’embargo sulla Russia, ovviamente è tutta un’altra questione».
«Credo che uno scostamento di bilancio oggi sia più che giustificato e io lo ritengo necessario. Credo che questo sia un ragionamento che il Consiglio dei ministri farà molto a breve. Ho la sensazione che sia l’unica direzione possibile» – ha concluso.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: PIXABAY
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