
A preoccupare lo scenario è anche il rialzo dei tassi che ridurrà gli spazi per manovre espansive
Lo scenario tratteggiato dal centro studi di Confindustria nella congiuntura flash, l’analisi congiunturale mensile, è a tinte cupe. L’economia italiana si presenta al report di marzo in “netto indebolimento“, anche e soprattutto a causa del rincaro di energia e commodities, amplificato dalla guerra in Ucraina, che “accresce la scarsità di materiali e l’incertezza“.
«Sommandosi agli effetti dei contagi, ciò riduce il Pil nel primo trimestre 2022 e allunga un’ombra sul secondo: l’andamento in aprile è compromesso e le prospettive sono cupe» spiega viale dell’Astronomia.
In merito alle misure intraprese dal Governo per contenere il rincaro energetico, Confindustria evidenzia che finora è stato stanziato “per la prima metà del 2022 e senza ricorrere a deficit aggiuntivo, circa 14 miliardi di euro: 11 a sostegno di famiglie e imprese (di cui 1,2 per le grandi imprese solo per il primo trimestre) e tre per primi interventi strutturali su gas, energie rinnovabili e a sostegno delle filiere dell’automotive e dei micro-processori“: cifre giudicate insufficienti a fronte delle prospettive di rialzo dei prezzi.
Fra le cause di preoccupazione c’è anche il rialzo dei tassi che “farà crescere gradualmente la spesa per interessi“, lasciando così l’Italia con “meno spazi di bilancio per mettere in campo una nuova manovra espansiva“.
L’Italia dovrà in ogni caso mostrare prudenza “anche per evitare ulteriori balzi dello spread“; non solo: «se il rialzo del Btp si trasferisse al costo della raccolta bancaria e facesse crescere anche il costo del credito, ciò determinerebbe un ulteriore aggravio di costi per imprese e famiglie», penalizzando anche investimenti e consumi privati.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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