Il Dicastero dell’Economia sta pensando ad alcune misure per ridurre le frodi fiscali relative in particolare al bonus facciata e all’ecobonus
In Parlamento non si arresta la discussione per “aggiustare il tiro” del Superbonus e di tutti gli altri bonus edilizi. Dopo i cambiamenti già intercorsi, dal cambio dei massimali e del listino prezzi (leggi qui) alle nuove modalità di cessione del credito, Camera e Senato hanno rilanciato nuovi interventi correttivi della misura.
In particolare, si pensa a un doppio meccanismo che da un lato scongiuri le frodi alle casse dello Stato e dall’altro non costringa i cantieri a bloccarsi con le opere in corso.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, quello di ridurre le frodi e quindi ottimizzare i fondi a disposizione, si lavora soprattutto sui bonus facciate (prorogati fino al 2023, come abbiamo visto qui) e sugli ecobonus (qui).
Secondo alcuni dati raccolti dai commercialisti infatti, come riferito dal Corriere della Sera, dei “4,4 miliardi di euro di frodi sinora intercettate, quasi la metà riguardano il bonus facciate (46%) – qui ne abbiamo riportato un esempio – seguito da eco-bonus (34%), bonus locazioni (9%) e sisma-bonus (8%), per un totale relativo ai bonus ‘ordinari’ del 97%, mentre hanno riguardato il superbonus per il solo restante 3% del totale“.
Le frodi quindi sono maggiormente concentrate sui bonus ordinari, in particolare quello dedicato alle facciate, perché in questi casi lo sconto e la cessione non sono subordinati a controlli preventivi quali il visto di conformità e le asseverazioni e attestazioni tecniche, a differenza del Superbonus.
Secondo gli esperti quindi si potrebbe contenere il fenomeno estendendo ai bonus edilizi ordinari la regola che impone il rilascio di stato di avanzamento dei lavori, non più di due per ciascun intervento complessivo e ciascuno con riferimento ad almeno il 30% dell’intervento.
Si potrebbe poi estendere l’obbligo di visto di conformità e di asseverazioni e attestazioni tecniche anche alle attività di edilizia libera riguardanti importi complessivi superiori a 10mila euro, al momento esonerate.
Sulla cedibilità multipla del credito invece gli esperti ribadiscono che non è necessario porre un limite se la cessione viene fatta nei confronti di istituti bancari, intermediari finanziari e imprese di assicurazione, soggetti alla vigilanza dalla Banca d’Italia, o nei confronti di enti con obbligo di segnalazione in materia di antiriciclaggio.
A tal proposito il ministro dell’Economia Franco ha reso noto che il Governo intende introdurre la possibilità di “consentire sempre la cessione del credito banca-correntista, non solo al quarto passaggio. Le nuove disposizioni dovrebbero prevedere che il correntista che acquista i crediti in banca non possa però a sua volta effettuare ulteriori cessioni“.
Dal dicastero arriva un segnale positivo anche sulla proroga oltre il 30 giugno del termine per il raggiungimento del 30% dei lavori compresi nel Superbonus per le villette.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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