È stato raggiunto l’accordo sulla riforma del catasto. Ma cosa prevede?
Il centrodestra di maggioranza ha annunciato di aver raggiunto l’accordo con Palazzo Chigi in merito agli articoli 2 e 6 della delega fiscale. La riforma del catasto resterà nella delega fiscale e saranno rivisti i criteri con i quali verranno determinati l’aggiornamento delle rendite.
«Nell’accordo viene eliminato ogni riferimento al sistema duale, preservando i regimi cedolari esistenti e garantendo un’armonizzazione del sistema fiscale: nessun incremento di tassazione potrà quindi colpire i risparmi o la casa degli italiani» spiega il centrodestra, annunciando che non ci sarà l’aumento delle tasse.
«Possiamo finalmente dire che non ci saranno nuove tasse sulla casa e sui risparmi degli italiani: battaglia lunga e dura, ma vinta! – scrive in un post su Facebook Silvio Berlusconi – ci siamo opposti stavolta, come negli ultimi 25 anni, a una proposta di riforma del catasto che minacciava di colpire famiglie e risparmio. Abbiamo chiesto approfondimenti e ci siamo messi al lavoro per individuare una soluzione tecnica soddisfacente che abbiamo condiviso con gli alleati del centrodestra di governo e che poi abbiamo sottoposto al governo, che l’ha recepita».
La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni afferma: «la riforma del catasto altro non è che la patrimoniale mascherata che voleva Enrico Letta, non cadiamo dal pero».
Ma cosa prevede la riforma? Al comma 1, si prevede “una modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati”. Si tratta, sostanzialmente, di intervenire sugli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita; sui terreni edificabili accatastati come agricoli; sugli immobili abusivi.
È prevista, inoltre, un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal primo gennaio 2026.
In sostanza, le informazioni rilevate non saranno utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi e, comunque, per finalità fiscali. A ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, verrà attribuito anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato.
Sono previsti meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane, in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra del valore di mercato.
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI
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