Il ministro Bianchi: “oggi come mai abbiamo bisogno di condividere la parola”. Mattarella: “leggere rende liberi”
Parte oggi giovedì 19 maggio il Salone del Libro di Torino. Dopo il primo momento inaugurale che ha visto protagonista Maria Falcone (leggi qui), arriva il taglio del nastro istituzionale, segnale di ripartenza non solo per la città di Torino ma per l’intero settore dell’editoria italiana, a cui partecipano il ministro della Cultura Dario Franceschini e il ministro della Scuola Patrizio Bianchi.
All’inizio della Cerimonia è stato letto un messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella: «In occasione dell’inaugurazione del Salone Internazionale del Libro di Torino, desidero far giungere a lei, ai suoi collaboratori, agli editori, agli autori, ai librai e ai visitatori i miei più calorosi auguri. La 34a edizione di questa tradizionale iniziativa culturale ed editoriale torna a svolgersi in presenza del pubblico che, ne sono certo, risponderà con entusiasmo e ritrovato interesse, facendo nutrire la speranza di confermare e, anzi, di incrementare lo straordinario aumento del numero dei lettori verificatosi durante il lockdown. Scriveva Pier Paolo Pasolini, di cui abbiamo recentemente celebrato i cento anni dalla nascita: “Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura. I libri, la lettura – anche con i nuovi strumenti che la tecnologia ci offre e che vanno considerati come un arricchimento – restano la base imprescindibile della formazione intellettuale, scientifica e culturale. Leggere è una risorsa per la società. Leggere rende liberi. Lo scambio di conoscenza e cultura crea ponti. I libri aprono alla comprensione reciproca e al dialogo. Un ringraziamento va rivolto a tutti gli operatori economici del libro che devono continuamente misurarsi con nuove sfide: dal prezzo della carta e dei trasporti, alla concorrenza dei nuovi media e dei grandi gruppi multinazionali di vendita e distribuzione. Sostenere la lettura significa pertanto sostenere l’intera filiera: stampatori, editori, distributori e librerie, con una particolare attenzione alle librerie indipendenti che rappresentano una risorsa preziosa per tanti nostri concittadini.»
Stefano Lorusso, al primo Salone del Libro da sindaco, appare emozionato sul palco del Lingotto: «questa è una giornata storica, rappresenta per tutti noi una straordinaria occasione di gioia. Torino è al centro di una nuova attenzione, è una rinascita che può essere rappresentata da quello che stiamo vivendo in questi giorni: dall’Eurovision, alla più grande edizione del salone del Libro, alla finale della Champions, al festival dell’Economia. Il Salone del Libro è l’anima della nostra città, rappresenta la capacità di tenere insieme la cultura e i numeri. Siamo in un momento difficile per l’Europa con il conflitto nel cuore del nostro continente. In un momento molto complicato in cui speravamo di esserci lasciati alle spalle la pandemia. Mi auguro che questo Salone possa rappresentare non solo l’esposizione dei record, ma anche possa lanciare un messaggio ai giovani che sono quelli che hanno bisogno di messaggi positivi, che possano tornare ad avere fiducia e sentirsi parte di una comunità. Questo elemento che vede cultura del libro uno dei pilastri possa rappresentare il miglior augurio per Torino, per le istituzioni, per i giovani».
Ha preso poi parola il presidente della Regione Piemonte Alberto Ciro. «Se siamo qua oggi tutti in presenza e sentiamo dietro di noi il vociare dei ragazzi è perché abbiamo saputo condurre una campagna importante per la gestione della pandemia, abbiamo saputo far vincere la scienza, la cultura, il Salone. Oggi stiamo restituendo qualcosa ai nostri ragazzi».
Ha preso parola anche il ministro dell’Istruzione Bianchi. «Il salone è un nuovo passo in avanti verso una nuova normalità, fatta della nostra volontà collettiva di essere presenti e di fiducia verso cultura, scienza e noi stessi. A voi tutti un saluto dalla scuola italiana è un saluto a tutti i ragazzi, bambini, che ho visto aggirarsi tra questi stand. La scuola dovrebbe insegnare fin dall’inizio a leggere, scrivere e far di conto, perché leggere significa essere liberi, avere le parole per esprimermi, per dirlo. Perché se non lo dico lo dice qualcun altro per me e lo dice a modo suo. Oggi come non mai abbiamo bisogno di condividere la parola. Dobbiamo accogliere i nostri ragazzi ucraini e imparare come in questo momento terribile proprio i ragazzi ucraini stanno seguendo le loro lezioni a distanza come hanno fatto prima e noi stiamo permettendo loro di fare questo. Abbiamo accolto 23mila ragazzi provenienti dall’Ucraina. Lì abbiamo accolti non avendo a volte nemmeno le parole per condividere, ma vedo lo sforzo che i bambini fanno per trovare insieme le parole. E trovare le parole significa aprire un libro: i libri sono questo, sono un veicolo di pace. Bisogna investire di più nella scuola, deve esserci più affetto».
«Abbiamo vissuto anni di numeri di crisi ma ora sono migliorati e danno speranza – ha detto il ministro Franceschini chiudendo l’intervento inaugurale – il lockdown ci ha fatto riavvicinare ai libri sono aumentati i dati della lettura, e su questo fenomeno dobbiamo lavorare per farlo diventare strutturale. Abbiamo messo come Governo 30 milioni di euro a disposizione delle biblioteche purché comprino libri nelle librerie del territorio. Abbiamo riconosciuto che il libro è un bene essenziale. L’anno scorso ho preso l’impegno di portare a termine prima della fine della legislatura il disegno di legge sul libro unico: abbiamo predisposto un testo importante che aiuta tutte le filiere del settore del libro. Vorrei che la legislatura si chiudesse con approvazione di questa legge, che ora è al ministero dell’Economia.»
Infine il direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia ha dichiarato che il Salone si ispira al tema della molteplicità: «questo fa di questa città la capitale mondiale della cultura. Cosa minaccia la molteplicità? La guerra, il desiderio di mettere a tacere qualcun altro.»
L’edizione primaverile si intitola Cuori Selvaggi: presenti 893 editori di cui 542 con un proprio stand.
Seguirà la la lectio magistralis “I non-umani possono parlare?” di Amitav Ghosh sui temi ambientali e la crisi climatica, in collaborazione con Neri Pozza.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
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