
Il premier: “Vogliamo rafforzare la nostra cooperazione soprattutto nei settori più innovativi e ridurre la dipendenza da gas russo”
Il leader europeo Mario Draghi si trova oggi in Israele, impegnato in una delle numerose missioni diplomatiche di giugno. A Gerusalemme ha incontrato il primo ministro israeliano Naftali Bennett, discutendo con lui dei temi più importanti nell’agenda politica internazionale del momento.
Draghi ha tenuto una conferenza stampa dicendosi grato dell’accoglienza ricevuta e spiegando che Israele è un Paese amico e che su numerosi fronti si sono aperte delle collaborazioni. «Sono molto felice di essere qui oggi, grazie per la calorosa accoglienza. Vorrei prima di tutto porgere le condoglianze di tutto il Governo italiano per la scomparsa di un grande scrittore, molto amato in Italia, Abraham Yehoshua. È stata una grande emozione visitare il memoriale dell’Olocausto Yad Vashem. L’Italia è impegnata con grande determinazione a contrastare l’antisemitismo in tutte le sue forme e a difendere i valori fondanti della nostra repubblica e dell’Unione Europea. Israele è per l’Italia un Paese amico, un partner fondamentale. I nostri rapporti sono stretti, si sono rafforzati ulteriormente negli ultimi anni in ambito sanitario, economico, commerciale. Dall’inizio della pandemia c’è stato un continuo scambio di informazioni tra i nostri Governi per migliorare le strategie e vogliamo che questa collaborazione prosegua e si estenda in molti altri campi. Nonostante il Covid gli scambi commerciali sono aumentati nel 2021 e questa tendenza sembra confermata anche quest’anno. Vogliamo rafforzare la nostra cooperazione soprattutto nei settori più innovativi come l’aerospazio, la tecnologia applicata all’agricoltura, la robotica. Sul fronte energetico lavoriamo insieme per lo sviluppo di energie rinnovabili, vogliamo ridurre la nostra dipendenza dal gas russo e accelerare la transizione energetica verso gli obiettivi climatici che ci siamo dati. Con il primo ministro Bennett abbiamo discusso anche delle crisi internazionali in corso in particolare della guerra in Ucraina. L’Italia sostiene in maniera convinta Kiev e il suo desiderio di far parte dell’Ue. Voglio ringraziare il Governo israeliano per il suo sforzo di mediazione in questa crisi. Continuiamo a lavorare perché si giunga a negoziati di pace nei termini che l’Ucraina riterrà accettabili. Abbiamo stabilito che abbiamo poche settimane per stabilire corridoi sicuri per il grano, perché tra breve il raccolto sarà pronto. Gli incontri di questi giorni ci hanno permesso di esaminare insieme abbiamo affrontato la situazione in Libano e in Siria e abbiamo esaminato la possibilità di un rilancio di un processo di pace con la Palestina. Si tratta di un tema che approfondiremo».
«L’Italia – aveva dichiarato il primo ministro durante la visita ufficiale al museo dell’Olocausto Yad Vashem, a Gerusalemme – è impegnata con forza nella difesa della dignità umana, nel rigetto di ogni forma di odio, nel rifiuto di ogni discriminazione e nella ricerca della pace. Il museo testimonia gli orrori della Shoah, il coraggio di chi si oppose ci ricorda il valore della memoria e la lotta all’indifferenza nel contrasto all’antisemitismo».