Con la chiusura del gasdotto Nord Stream la Germania ha dovuto interrompere il suo stoccaggio di gas e in inverno potrebbe andare incontro a razionamenti
Nella crisi del gas che preoccupa Governi e mercati, gli occhi sono puntati alla data di giovedì 21 luglio quando il gasdotto Nord Stream 1, il principale di quelli che collegano l’Europa alla Russia, dovrebbe rientrare in funzione.
L’impianto è stato temporaneamente chiuso per manutenzione e la chiusura dei suoi rubinetti preoccupa particolarmente la Germania.
A causa di questo blocco infatti è dal 10 luglio che la Germania non riesce a riempire le quote di riserve che sta accumulando per l’inverno, in previsione del tipico aumento stagionale della domanda.
L’11 la Germania, come si osserva dai dati Agsi, oltre a non aver accumulato riserve ha addirittura dovuto estrarre il gas dai propri serbatoi, che entro ottobre dovranno raggiungere almeno l’80% della capacità.
Gli analisti stanno osservando con apprensione a quanto accade a Berlino, dove si vive uno spaccato di quanto potrà succedere fra qualche mese a tutta l’Europa se la Russia dovesse tagliare definitivamente il gas.
Il primo passo che compierebbe la Germania in caso di carenza sarebbe una riduzione forzata dei consumi, in particolare razionando quelli industriali. Una mossa che richiederebbe dall’altro lato dei finanziamenti pubblici per impedire il fallimento delle aziende.
In un secondo momento la Germania potrebbe avvalersi dell’obbligo che hanno i Paesi europei di prestare solidarietà sul gas (obbligo sancito in un Regolamento Ue del 2017). Questa solidarietà prevede che un membro possa chiedere aiuto a un altro dei Ventisette, ma solo dopo aver razionato le proprie industrie e nel caso in cui rischiasse di dover fare lo stesso con le famiglie e i servizi pubblici essenziali quali ospedali e scuole.
In questo caso gli altri Paesi sono obbligati a vendere il proprio gas con operazioni “non di mercato”, intervenendo dunque in modo diretto con strumenti pubblici nel privato.
Anche l’Italia potrebbe essere chiamata a vendere il proprio gas alla Germania, anche alla luce delle forniture che si è assicurata dall’Algeria, dall’Azerbaijan e dal gas liquefatto. Questo potrebbe comportare anche un razionamento all’industria nazionale.