Fmi: gravi rischi dallo stop di gas per l’Europa con perdite in termini di Pil fino al 6%
L’Ue prepara un taglio obbligatorio dei consumi di gas in caso di crisi sulle forniture. E’ una delle misure contenute nella nuova bozza del piano per la riduzione della domanda del gas che sarà presentato domani. Dal documento aggiornato sono stati eliminati i riferimenti (contenuti in una prima versione del testo) all’obbligo per gli edifici pubblici di limitare il riscaldamento a 19 gradi e i condizionatori a 25, ma viene introdotto il principio di massimo sforzo per la riduzione energetica che diventerebbe vincolante.
Su questo punto il Fondo monetario internazionale lancia l’allarme. Le interruzioni delle forniture di gas rappresentano un “significativo rischio economico per l’Europa“. In particolare un taglio totale prolungato causerebbe carenze nei paesi dell’Europa centrale e orientale che potrebbero sperimentare perdite in termini di Pil fino al 6%.
L’Italia sarebbe tra i Paesi più duramente colpiti in Europa da una eventuale completa interruzione delle forniture di gas naturale dalla Russia. Secondo i calcoli del Fondo monetario internazionale subirebbe una perdita di 3,7 punti percentuali in termini di Pil, nell’ipotesi di interruzione dei flussi sui prossimi 12 mesi.
Il conto più salato lo pagherebbe l’Ungheria con una perdita di 4,2 punti percentuali di Pil. A seguire Repubblica Ceca e Slovacchia, entrambe con 4,1 punti di Pil persi. Dopo l’Italia i danni più elevati toccherebbero la Germania, con due punti di Pil persi e l’Austria con 1,9 punti persi. La Francia e la Spagna limiterebbero i danni a 0,8 punti di Pil.