
Lo studio è basato sui dati del Rapporto Oipe 2021 e dunque sottostima la situazione attuale che si è ulteriormente aggravata
La notizia dell’ennesima interruzione dei flussi di gas attraverso il Nord Stream, arrivata dopo l’imposizione da parte del G7 di un price cap al gas di Mosca, arriva in una platea di consumatori italiani già messi duramente alla prova dal caro energia. Secondo le ultime stime della Cgia di Mestre, basate sui dati del Rapporto Oipe 2021, gli italiani a rischio povertà energetica sono almeno 9 milioni.
Dati che preoccupano ancora di più se si considera che risalgono a un periodo precedente allo shock energetico deflagrato già dalla seconda metà dell’anno scorso.
Lo spettro della povertà energetica si riflette così in migliaia di nuclei familiari che non riescono ad utilizzare regolarmente impianti di riscaldamento in inverno e di raffrescamento in estate, a causa del costo delle bollette, e che non dispongono o hanno un accesso limitato anche a elettrodomestici ad alto consumo, ivi compresi oggetti del quotidiano quali lavatrici, aspirapolvere, microonde, forni elettrici.
Fra i nuclei familiari più a rischio ritroviamo innanzitutto quelli più numerosi e residenti in alloggi in cattivo stato di conservazione. A livello territoriale è il Mezzogiorno a soffrire maggiormente, con la Campania che detiene la maglia nera come Regione con maggior numero di famiglie che ha un accesso saltuario alle risorse energetiche, comprese fra le 519mila e le 779mila unità.
Seguono nel podio della povertà energetica la Sicilia con un range compreso fra 481mila e 722mila nuclei familiari a rischio e la Calabria (dalle 191mila alle 287mila famiglie in difficoltà).