Molti i punti toccati dal pontefice nel corso dell’udienza all’Assemblea di Confindustria, che si è tenuta in Vaticano
«Dobbiamo uscire il prima possibile da questo inverno demografico che vive l’Italia e gli altri Paesi. Ci impedisce questa capacità di crescere. Oggi fare i figli è una questione ‘patriottica’ per portare il Paese avanti». Così Papa Francesco parlando all’assemblea pubblica di Confindustria in udienza nell’Aula Nervi.
«Delle volte una donna che è impiegata e lavora, ha paura di rimanere incinta, perché appena incomincia ad avere la pancia la cacciano via: “Tu non puoi rimanere incinta”. Questo è un problema delle donne lavoratrici. Studiate e vedete come una donna incinta possa andare avanti, sia con il figlio che aspetta sia col lavoro», ha aggiunto Bergoglio.
«Questo tempo non è un tempo facile, per voi e per tutti. Anche il mondo dell’impresa sta soffrendo molto. La pandemia ha messo a dura prova tante attività produttive, tutto il sistema economico è stato ferito. E ora si è aggiunta la guerra in Ucraina con la crisi energetica che ne sta derivando – ha detto Bergoglio -. In queste crisi soffre anche il buon imprenditore, che ha la responsabilità della sua azienda, dei posti di lavoro, che sente su di sé le incertezze e i rischi».
Papa Francesco è entrato nel tema delle retribuzioni: «Creare lavoro poi genera una certa uguaglianza nelle vostre imprese e nella società. È vero che nelle imprese esiste la gerarchia, è vero che esistono funzioni e salari diversi, ma i salari non devono essere troppo diversi. Oggi la quota di valore che va al lavoro è troppo piccola, soprattutto se la confrontiamo con quella che va alle rendite finanziarie e agli stipendi dei top manager. Se la forbice tra gli stipendi più alti e quelli più bassi diventa troppo larga, si ammala la comunità aziendale, e presto si ammala la società».
«Nel mercato ci sono imprenditori ‘mercenari’ e imprenditori simili al buon pastore, che soffrono le stesse sofferenze dei loro lavoratori, che non fuggono davanti ai molti lupi che girano attorno. La gente sa riconoscere i buoni imprenditori – ha detto Bergoglio agli industriali – Lo abbiamo visto anche recentemente, alla morte di Alberto Balocco: tutta la comunità aziendale e civile era addolorata e ha manifestato stima e riconoscenza», ha aggiunto.
«Un’altra via di condivisione è la creazione di lavoro, lavoro per tutti, in particolare per i giovani. I giovani hanno bisogno della vostra fiducia, e voi avete bisogno dei giovani, perché le imprese senza giovani perdono innovazione, energia, entusiasmo – ha proseguito il Papa -. Da sempre il lavoro è una forma di comunione di ricchezza: assumendo persone voi state già distribuendo i vostri beni, state già creando ricchezza condivisa. Ogni nuovo posto di lavoro creato è una fetta di ricchezza condivisa in modo dinamico. Sta anche qui la centralità del lavoro nell’economia e la sua grande dignità».
C’è stato spazio anche per il tema fiscale: «Le tasse e le imposte sono una forma di condivisione spesso non capita. Il patto fiscale è il cuore del patto sociale. Le tasse sono anche una forma di condivisione della ricchezza, così che essa divenga bene comune, bene pubblico: scuola, sanità, diritti, cura, scienze, patrimonio. Certo, le tasse devono essere giuste, eque, fissate in base alla capacità contributiva di ciascuno, come recita la Costituzione italiana. Il sistema e l’amministrazione fiscale devono essere efficienti e non corrotti. Ma non bisogna considerare le tasse come un’usurpazione. Esse sono un’alta forma di condivisione di beni, sono il cuore del patto sociale».
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