
Da 25mila a 150mila euro per restaurare o convertire all’ospitalità le dimore storiche italiane
Grazie a una donazione di Airbnb l’Associazione dimore storiche italiane (Adsi) ha lanciato un bando per restaurare o convertire all’ospitalità le abitazioni. Sono disponibili fino a 150mila euro e l’iniziativa si propone di “sostenere il patrimonio storico culturale del nostro Paese, custodirne e conservarne le bellezze e renderle sempre più accessibili“.
Dal bando sono previsti contributi da 25mila a 150mila euro. Un commissione valuterà le candidature, tenendo conto anche dell’eventuale posizione delle dimore in zone terremotate o in borghi poco abitati per potenziare la diversificazione di flussi verso località che contano meno di tremila abitanti e sono prive di strutture ricettive e altri parametri.
Nei primi 6 mesi su Airbnb le prenotazioni in dimore storiche sono raddoppiate rispetto al 2019 ed è aumentato del 50% anche il numero di host della categoria che rappresenta “una delle principali risorse per la ripresa del turismo internazionale e la dispersione del turismo”. Oltre il 90% delle dimore storiche su Aribnb si trova in zone rurali o poco popolate e sono soprattutto turisti stranieri a sceglierle, il tasso di soddisfazione del massimo punteggio (cinque stelle) è del 94%.
Giacomo Trovato, country manager di Airbnb in Italia ha spiegato: «le dimore storiche, oltre a rappresentare un importante asset per il turismo, ricoprono un ruolo fondamentale nella diversificazione dei flussi. Incentivano i viaggiatori a percorrere sentieri meno battuti per godere delle bellezze del patrimonio italiano. La possibilità di estendere questa esperienza al soggiorno potrebbe permettere di compiere un salto di qualità a diverse destinazioni rurali o borghi».
Per Giacomo Di Thiene, presidente nazionale di Adsi, le dimore storiche sono “un museo diffuso. Una rete distribuita in modo capillare sul territorio che genera lo stesso numero di visitatori dei musei nazionali e costituisce il patrimonio del Paese al pari dei beni culturali pubblici” che però “molto spesso non ricevono però un adeguato sostegno da parte delle istituzioni locali e nazionali, che lasciano ai soli proprietari l’incombenza del mantenimento”.
Fondazione Bruno Visentini ha raccolto i dati dell’Osservatorio sul patrimonio culturale privato facendo emergere come in Italia si trovino circa 37.700 immobili storici privati. Di questi, il 54% si trova in comuni con una popolazione inferiore ai 20mila abitanti, il 26% in centri con meno di cinquemila.
Sottolinea Di Thiene: «grazie al contributo di Airbnb, l’onere del mantenimento sarà più facile da fronteggiare. Le risorse permetteranno di creare opportunità di lavoro, di tramandare tradizioni, arti e mestieri, di incentivare le produzioni territoriali e di riscoprire tecniche artigiane dal sapore antico, che altrimenti rischiano di scomparire».