
Tra le cause del provvedimento inflazione elevata, aumento dei tassi, tensioni geopolitiche, alti livelli di debito sovrano in molte regioni, nonché i continui problemi di approvvigionamento
L’Opec ha tagliato, per la quarta volta, le sue previsioni di crescita della domanda di petrolio nel 2022 e anche le stime sul Pil globale che quest’anno crescerà del 2,7% anziché del 3,1% previsto mentre l’anno prossimo salirà del 2,5% dal 3,1% stimato in precedenza.
Per gli esperti dell’organizzazione di Vienna, tra le cause della revisione delle stime l’inflazione elevata, l’aumento dei tassi di interesse, le tensioni geopolitiche, gli alti livelli di debito sovrano in molte regioni, nonché i continui problemi di approvvigionamento.
Quanto alla domanda di petrolio, l’Opec ha abbassato le stime di 460.000 barili al giorno, portandole a 2,64 milioni di barili al giorno per il 2022 (2,7%). Per il 2023, le stime sono state tagliate di 360.000 barili al giorno e portate a 2,34 milioni di barili al giorno.
La previsione di una domanda più bassa ha fornito un ulteriore contesto per la decisione della scorsa settimana dell’Opec+ di effettuare il più grande taglio della produzione dal 2020 per sostenere il mercato.
Una decisione duramente criticata dagli Usa. Ma per l’Opec, l’economia mondiale è entrata in un periodo di maggiore incertezza e di sfide crescenti e ha bisogno di essere sostenuta.