
I mercati hanno apprezzato la conclusione del G20, con una condanna non unanime della guerra. Oggi attesa per l’intervento di Bullard, Fed
Le principali Borse europee aprono la seduta in rialzo. Nei primi minuti di scambi Milano registra +0,55% a 24.662 punti, Francoforte segna +0,82%, Parigi scambia a +0,39% mentre Londra avvia gli scambi sulla parità. Sulla piazza asiatica, a Tokyo il Nikkei 225 chiude le contrattazioni lasciando sul terreno lo 0,35% a 27.930 punti.
Tracciare un bilancio complessivo del G20 di Bali rischia di essere più difficile del previsto. Di certo il vertice dei 20 Paesi più industrializzati del mondo (in rappresentanza del 60% della popolazione mondiale e dell’80% del Pil mondiale) si è chiuso con alcune rassicurazioni sul fronte delle tensioni geopolitiche. La prima è inserita nella dichiarazione finale del G20, dove i leader hanno deplorato “nei termini più forti” l’aggressione della Russia in Ucraina. Ma non all’unanimità.
Sul fronte macroeconomico uno dei dati più rilevanti della settimana resta il fatto che in Usa i prezzi alla produzione a ottobre sono cresciuti meno delle attese, registrando un aumento dello 0,2% su base mensile a fronte di un atteso +0,4%, e una crescita dell’8% su base annua rispetto al +8,3% stimato.
Un dato che ha rafforzato quello della settimana scorsa che ha mostrato un rallentamento dei prezzi al consumo e che fa ben sperare gli analisti circa un cambio di passo da parte della Fed, alle prese da tempo ormai con una politica di rialzo dei tassi particolarmente aggressiva. Occhi puntati a maggior ragione quindi sull’intervento del “falco” James Bullard, in programma oggi alle 14 (ora italiana).
La speranza è quella di poter intravedere nel suo intervento un atteggiamento più morbido e accomodante nonostante domenica scorsa il governatore della Federal Reserve Christopher Waller abbia giudicato la reazione del mercato ai dati sull’inflazione eccessiva lasciando intuire che la banca centrale Usa probabilmente rallenterà il ritmo dei rialzi dei tassi, ma che «c’è ancora molta strada da fare».
Per quanto riguarda la Bce c’è grande attenzione per il discorso della presidente Christine Lagarde in programma domani alle 9.30. Intanto prosegue e accelera la corsa dell‘inflazione nel Regno Unito. A ottobre i prezzi al consumo nel Regno Unito sono balzati all’11,1% dal 10,1% di settembre, ben oltre le previsioni del 10,7%. Si tratta del tasso piu’ alto dall’ottobre 1981, con la principale pressione al rialzo che arriva dall’impennata dei prezzi del gas e dell’elettricità.
Gli aumenti dei prezzi, più rapidi del previsto, sono un nuovo colpo per le famiglie britanniche, alle prese con il forte aumento del costo della vita, alla vigilia della presentazione del bilancio che dovrebbe segnare il ritorno dell’austerità nel Paese.
La settimana si chiuderà infine, venerdì a mercati chiusi, con la pronuncia dell’agenzia di rating Fitch che, ad ottobre, ha lanciato un monito sui conti italiani.
Intanto, questa mattina prezzo del gas in calo in apertura al Ttf. Al mercato di riferimento di Amsterdam la quotazione è ora a 104,6 euro al Megawattora (MWh), in calo dell’8,16%. Ancora in flessione anche il prezzo del petrolio. Il Wti americano perde lo 0,98% scendendo a 84,7 dollari, mentre il Brent registra una flessione dello 0,66% a 92,25 dollari.
Apertura in calo per lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi. Il rendimento si attesta a 191 punti contro i 193 della chiusura di ieri. Il tasso scende al 3,886%.
Infine, sul fronte macro, oggi attesa bilancia commerciale italiana, prezzi al consumo eurozona, e alcuni dati sul mercato immobiliare dagli Usa.