Sui mercati prevale il nervosismo e l’incertezza innescata dalle proteste in Cina contro la politica zero Covid, oltre per l’annuncio di ulteriori aumenti dei tassi
A Francoforte il Dax perde l’1,06% a 14.387,07% punti, a Londra l’Ftse 100 cede lo 0,16% a 7.474,60 punti e a Parigi il Cac 40 scende dello 0,70% a 6.665,20 punti. A Piazza Affari l’Ftse Mib cala dell’1,12%.
Le Borse europee chiudono in calo. Sui mercati prevale il nervosismo e l’incertezza innescata dalle proteste in Cina contro la politica zero Covid, che sollevano preoccupazioni sulla stabilità sociale ed economica della seconda economia mondiale.
L’attenzione si è concentrata anche sulle parole del presidente della Bce, Christine Lagarde, che in audizione in commissione Affari economici e monetari al Parlamento europeo ha ribadito che l’istituto di Francoforte aumenterà i tassi d’interesse «per tutto il tempo necessario e per quanto sarà necessario per raggiungere l’obiettivo della stabilità dei prezzi e tornare all’inflazione al 2%».
Gli occhi degli investitori sono puntati sui nuovi segnali che potranno arrivare dalla fitta agenda di dati macro previsti in settimana, tra cui, l’inflazione della zona euro, mercoledì, e il rapporto sul mercato dal lavoro Usa, in calendario venerdì.
A Piazza Affari Telecom Italia (-1,2%) ancora una volta ha catalizzato l’attenzione, con gli investitori che si interrogano sul futuro della compagnia, soprattutto dopo che secondo indiscrezioni Cdp non presenterà l’offerta per rilevare la rete della società. Sono andate male le azioni oil, con Eni giù dell’1,96%. Le vendite hanno affossato anche le utility, sulla scia delle indiscrezioni sulla tassa che verrà attuata sugli extra-profitti. Per contro si sono distinte le Leonardo (+0,8%) e le Iveco (+1,47%), premiate per la commessa che le due aziende si sono aggiudicate in Brasile.
Sul fronte dei cambi, è stata una giornata movimentata per l’euro che prima si è rafforzato sul dollaro, salendo sopra la soglia di 1,04 e toccando un top a 1,0497 dollari, livello che non vedeva dal 30 giugno 2022. Sul finale ha poi fatto un dietrofront, tornando a 1,0380 dollari (1,0392 di venerdì sera). La divisa vale inoltre 144,15 yen (144,68), mentre il dollaro-yen si attesta a 138,86 (140,69).
Giornata ballerina anche per il petrolio, che dopo aver perso oltre il 3%, ha ridotto i danni: il wti si attesta a 75,79 dollari al barile (-0,64%). Infine è stabile il valore del gas: il contratto di dicembre si attesta a 124,455 euro al megawattora.