I marcati salutano il 2022 zavorrati da inflazione record, aumenti dei tassi delle Banche centrali, timori di recessione e tensioni geopolitiche e il ritorno del covid in Cina
Le Borse europee si avviano a recitare l’ultimo atto di quello che fin qui è stato un anno da dimenticare per i mercati finanziari, zavorrati da inflazione record, aumenti dei tassi delle Banche centrali, timori di recessione e tensioni geopolitiche, esplose con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con il ritorno del covid in Cina in queste settimane a raffreddare gli entusiasmi anche per il 2023.
Pochi minuti dopo l’avvio delle contrattazioni, Francoforte e Milano cedono lo 0,60%, Londra perde lo 0,42% a 7.481,30 punti, Parigi arretra dello 0,67% a 6.529,68 punti, Madrid lascia sul terreno lo 0,58% a 8.270,18 punti.
E questo nonostante i mercati asiatici si siano mossi in rialzo, in scia a Wall Street, dove l’aumento sopra le attese dei sussidi di disoccupazione ha spinto gli investitori a sperare in un atteggiamento più prudente della Fed sulla stretta monetaria, anche se in queste ore continua a salire la preoccupazione per il boom di casi covid in Cina, i cui effetti sulla crescita economica di Pechino saranno tutti da valutare.
All’apertura dei mercati, lo Spread tra Btp e Bund apre in calo. Il differenziale segna 204 punti rispetto ai 206 della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano è stabile al 4,49%.l’euro è stabile a 1,064 sul dollaro, mentre il petrolio Brent risale a 83,7 dollari al barile (+0,4%).
Avvio in calo per il prezzo del gas. I Ttf ad Amsterdam segnano 84 euro al megawattora. La contrazione per contratti future sul mese di gennaio è di quasi il 2%.
A Piazza Affari è subito rosso per Tim, la peggiore (-2,2%), dopo fumata grigia tavolo su rete.
Infine pochi gli spunti da dati macro, in una sessione che si svolgerà con volumi di trading ridotti.