
Ieri sera i disservizi della piattaforma hanno fatto infuriare ancora una volta i tifosi
È bastato il tempo di fischiare l’inizio della ripresa della Serie A affinché la bufera tornasse ad abbattersi contro Dazn. Ieri sera infatti la piattaforma ha nuovamente avuto dei problemi tecnici durante la trasmissione del big match serale Inter-Napoli. Le proteste sono esplose in contemporanea sui social, con Twitter massima espressione dell’ira dei tifosi.
Oggi punta il dito contro Dazn anche il Codacons che ha già annunciato un esposto all’Agcom affinché intervenga nuovamente sui disservizi dello streaming: «chiederemo di aprire una nuova indagine sulla società per verificare se Dazn abbia adottato tutti gli accorgimenti tecnici per garantire il servizio ai propri abbonati ed eliminare le criticità riscontrate in passato» annuncia il presidente Carlo Rienzi.
Rienzi invoca anche un potenziamento del servizio clienti “offrendo assistenza telefonica tramite call center 24 ore su 24 a tutti gli abbonati, in modo da venire incontro alle richieste di aiuto di chi, durante la visione di una partita, subisce problemi tecnici“.
Voci di protesta si alzano anche dall’Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi che minaccia azioni legali: «anno nuovo problemi vecchi per gli abbonati Dazn – attacca il presidente Aldo Azzaro. – Ancora una volta si sono infatti registrati gravi disservizi durante la visione delle partite che hanno creato immensi disagi ai tifosi che, ricordiamo, pagano abbonamenti per ricevere un servizio che deve essere efficiente e soprattutto costante. Chiediamo oggi a Dazn – aggiunge – di riconoscere un indennizzo automatico a tutti i clienti coinvolti nel disservizio: in caso contrario valuteremo le azioni legali da intraprendere a tutela dei danneggiati».
In giornata prende posizione anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy che ha convocato per il 12 gennaio un vertice con Dazn cui parteciperanno anche il ministro dello Sport Andrea Abodi e i vertici della Serie A. L’incontro è stato programmato “a tutela dei consumatori” dato che “il perpetuarsi del disservizio impone di fare chiarezza sulle azioni che la società intende prendere, investimenti in rete e tecnologia, al fine di rispondere alle esigenze degli utenti“.