
L’Italia è il Paese più avanti in Europa nella realizzazione degli interventi, avendo già completato il 17% di milestone e target previsti
Il Pnrr mette a disposizione risorse mai viste per la digitalizzazione del Paese e della sua PA: complessivamente 48 miliardi, il 37% di tutte le risorse europee per il digitale inserite nel Next Generation EU.
Una grande disponibilità, finora ben gestita: l’Italia è infatti il Paese più avanti in Europa nella realizzazione degli interventi previsti nel Pnrr per la trasformazione digitale, avendo già completato il 17% di milestone e target dedicati (contro il 10% di Spagna e Francia e lo zero di 15 Paesi tra cui la Germania).
Lo evidenzia la ricerca dell’Osservatorio Agenda digitale della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno “Il digitale chiama: l’Italia risponde?”, sottolineando come ora sia però necessario portare a termine nei tempi previsti gli interventi di digitalizzazione del Pnrr, accelerando gli ambiti più critici.
Il Digital Economy and Society Index (DESI) fotografa qualche primo segnale positivo: nel 2022 l’Italia è salita di 2 posizioni nel ranking europeo di digitalizzazione anche se, complessivamente, resta nella parte bassa della classifica. Siamo infatti al 18esimo posto su 27 Stati membri, con importanti gap rispetto ad altri Paesi, in particolare sulle competenze digitali e i servizi pubblici digitali.
“Per l’Italia digitale, questa è la più importante chiamata della storia moderna: dobbiamo rispondere in modo rapido, compatto e ordinato – afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation -. Ora è necessario tradurre in realtà le ambizioni del Pnrr, portando a termine nei tempi previsti gli interventi di digitalizzazione e accelerando sugli ambiti più critici, come lo sviluppo di competenze digitali tra la popolazione. Dobbiamo dedicare i prossimi mesi a raccordare visioni, risorse e sforzi che, se non ben allineati, rischiano di far perdere tempo ed energie cruciali”.
Il Pnrr dedica al digitale un’intera missione da 40 miliardi, a cui si sommano le iniziative di digitalizzazione presenti nelle altre sei missioni, per un totale di 48 miliardi di risorse complessive.
Per comprenderne la dimensione, l’Italia prevede di spendere il 37% di tutte le risorse europee dedicate alla trasformazione digitale nell’ambito del Next Generation Eu, molto più di altri (18 spenderanno meno di 2 miliardi, la Spagna 20, la Germania 13 e la Francia 8). Al 16 dicembre 2022, 30 delle 173 milestone e target previsti per l’Agenda digitale sono stati realizzati.
Tanto che l’Italia oggi, con il 17% di milestone e target completati, è il Paese più avanti in Europa nella realizzazione della trasformazione digitale prevista nel Pnrr.
La Pubblica Amministrazione riveste un ruolo di primo piano nell’attuazione del Pnrr, con almeno il 60% delle risorse destinate a enti pubblici e tutte le risorse gestite e rendicontate da PA.
Sono ben 13 le milestone e 27 i target da realizzare nel 2023, con intenti particolarmente rilevanti sul fronte del procurement, in cui si prevede la completa digitalizzazione di tutto il ciclo di vita dei contratti pubblici e target importanti sui tempi di aggiudicazione delle gare pubbliche, realizzazione e pagamenti.
“Il Pnrr mette a disposizione risorse senza precedenti per la trasformazione digitale: la sua rilevanza impone un’attenta gestione del momento – spiega Luca Gastaldi, direttore dell’Osservatorio Agenda digitale e membro della Segreteria tecnica per l’attuazione del Pnrr presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri -. È importante non fermarsi e raccordare le risorse del Pnrr a quella degli altri strumenti disponibili per sostenere la trasformazione digitale del Paese (ad esempio Horizon Europe). Bisogna inoltre assicurarsi che i quasi 10 miliardi dedicati alla trasformazione digitale della PA siano spesi in modo efficace ed efficiente, monitorandone l’impiego nel tempo”.